{"channel":{"title":"Il Foglio RSS","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it","description":"Il Foglio RSS contents","language":"it-it","pubDate":"Thu, 25 Apr 2024 17:18:43 GMT","item":[{"title":"Il numero chiuso a medicina non \u00e8 stato abolito: \"Salvini dice fake news, quello che serve \u00e8 un numero giusto\"","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2024\/04\/25\/news\/il-numero-chiuso-a-medicina-non-e-stato-abolito-salvini-dice-fake-news-quello-che-serve-e-un-numero-giusto--6488962\/","description":"

\"Grande soddisfazione per lo stop al numero chiuso a medicina. Dalle parole ai fatti\". Lo ha scritto trionfante su Twitter il ministro dei Trasporti Prosegue sui social la campagna di terrore contro i vaccini Covid portata avanti da Lucio Malan<\/strong>, capogruppo di Fratelli d\u2019Italia al Senato. Ultimo episodio in ordine di tempo rigua... Contenuto a pagamento - Accedi al sito per abbonarti","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/04\/15\/133258508-74c3bb7b-ee9b-44ea-a157-e3fabde01e62.jpg","length":"9551","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/04\/15\/133258508-74c3bb7b-ee9b-44ea-a157-e3fabde01e62.jpg"},"pubDate":"Mon, 15 Apr 2024 13:29:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6443761"},{"title":"Tanti problemi e pochi investimenti: ecco come sta la nostra sanit\u00e0","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2024\/04\/04\/news\/tanti-problemi-e-pochi-investimenti-ecco-come-sta-la-nostra-sanita--6406454\/","description":"

Ispirato dal piano Beveridge del 1962, modellato sull\u2019esempio del \u201cNational Health Service\u201d britannico del 1946-1948, promesso dalla Costituzione italiana del 1948 (che assicura la tutela individuale della salute e la proclama di interesse collettivo), progettato dal Programma economico nazionale 1966-1970, realizzato nel 1978 da uno dei governi di solidariet\u00e0 nazionale, pi\u00f9 volte corretto nell\u2019ultimo decennio del secolo scorso, il Servizio sanitario nazionale<\/a>, a quasi cinquant\u2019anni dalla sua istituzione, ha bisogno di un \u201ccheck-up\u201d<\/strong>. Gli indicatori di cui si dispone mostrano segni evidenti di malessere: lunghe liste di attesa nella sanit\u00e0 pubblica, assenza di medici, migrazioni sanitarie dal sud al nord. <\/p> \n

Ocse-Unione europea: il profilo della sanit\u00e0 italiana 2023<\/h2> \n

L\u2019Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico \u2013 Ocse<\/a> (un\u2019organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un\u2019economia di mercato) \u2013 e l\u2019Unione europea hanno unito le forze mostrando come la collaborazione a livello sovranazionale possa funzionare, e hanno prodotto un risultato notevole, un \u201cProfilo della sanit\u00e0 italiana\u201d: OECD\/European Observatory on Health Systems and Policies (2023), Italia: Profilo della sanit\u00e0 2023, State of Health in the EU (OECD Publishing, Parigi)<\/strong>.
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Il profilo \u00e8 frutto del lavoro congiunto dell\u2019Ocse e dell\u2019European Observatory on Health Systems and Policies, in collaborazione con la Commissione europea, che si sono valsi della rete Health Systems and Policy Monitor, del comitato Salute dell\u2019Ocse e del gruppo di esperti dell\u2019Unione europea in materia di valutazione delle prestazioni dei sistemi sanitari. Questi centri hanno raccolto informazioni e dati, contenuti nei profili sanitari per paese, da statistiche nazionali ufficiali fornite a Eurostat e all\u2019Ocse<\/strong>. Le fonti e i metodi alla base di tali dati sono reperibili nella banca dati di Eurostat e nella banca dati sulla sanit\u00e0 dell\u2019Ocse. Alcuni dati supplementari provengono inoltre dall\u2019Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme), dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), dalle indagini svolte in 40 paesi sull\u2019Health Behaviour in School-Aged Children (Hbsc).<\/p> \n

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Dal \u201cprofilo\u201d emerge che il Servizio sanitario italiano ha dato un contributo fondamentale al benessere dei cittadini. La speranza di vita alla nascita degli italiani \u00e8 superiore di 2,3 anni alla media europea. I tassi di mortalit\u00e0 prevenibile e trattabile sono tra i pi\u00f9 bassi tra i paesi europei. La percentuale di italiani che dichiara bisogni di assistenza sanitaria non soddisfatti \u00e8 pi\u00f9 bassa rispetto alla media europea. Inoltre, la sanit\u00e0 \u00e8 uno dei comparti pi\u00f9 numerosi del settore pubblico perch\u00e9 vi lavorano quasi 700.000 persone, numero inferiore solo al comparto della scuola<\/strong>.<\/p> \n

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Dal profilo della sanit\u00e0 italiana emergono per\u00f2 almeno tre punti critici importanti. In primo luogo, la spesa sanitaria in Italia \u00e8 quasi di un terzo pi\u00f9 bassa della media della spesa sanitaria dei paesi dell\u2019Unione europea. In secondo luogo, la spesa diretta, come parte di quella complessiva, in Italia rappresenta il 22 per cento, nell\u2019Unione europea il 15 per cento della spesa sanitaria totale. In terzo luogo, ben sette regioni italiane non garantiscono la copertura completa dei livelli essenziali di assistenza<\/strong>.<\/p> \n

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Questi tre dati indicano che spendiamo per la sanit\u00e0  meno della media degli altri paesi dell\u2019Unione europea. Che la quota di spesa diretta, quella pagata direttamente dagli utenti della sanit\u00e0, in Italia \u00e8 di 7 punti pi\u00f9 alta della media dei paesi europei (quindi che la sanit\u00e0 pubblica non riesce a coprire una parte cospicua della spesa e costringe i privati a pagare le cure sanitarie di tasca propria). Infine, che vi sono forti divari nella sanit\u00e0 tra le regioni perch\u00e9 quasi la met\u00e0 (sette regioni su venti) non garantisce la copertura completa dei livelli essenziali di assistenza fissati in sede nazionale per assicurare l\u2019eguaglianza di trattamento dei cittadini<\/strong>.<\/p> \n

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Le disfunzioni<\/h2> \n

Bisogna quindi che, a quasi cinquant\u2019anni di vita, il Servizio sanitario nazionale venga corretto per assicurare piena funzionalit\u00e0 del servizio. Il primo punto debole, da correggere, \u00e8 l\u2019organizzazione della rete nella parte pi\u00f9 vicina ai cittadini, quella che riguarda i cosiddetti medici di famiglia<\/strong>. Qui la  rete presenta buchi. Per questo l\u2019assistenza sanitaria a livello distrettuale e domiciliare richiede quella revisione che \u00e8 stata gi\u00e0 avviata con le case di comunit\u00e0. Inoltre, in questo modo si pu\u00f2 sviluppare il lato che \u00e8 rimasto in secondo piano, quello della prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
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La seconda correzione riguarda la cooperazione tra gli enti che guidano il Servizio, le regioni. Come dimostrato dalle precedenti esperienze, ma in particolare dal modo in cui \u00e8 stata fronteggiata la pandemia del 2020, il Servizio sanitario nazionale ha operato pi\u00f9 come una confederazione di servizi sanitari regionali che come un vero organismo nazionale. Ha perduto quella coralit\u00e0 per assicurare la quale era stato disegnato. A questo occorre porre rimedio, anche perch\u00e9 il Servizio sanitario nazionale non pu\u00f2 far rivivere l\u2019Italia dei campanili, che fa resistenza a una distribuzione pi\u00f9 razionale del servizio in relazione ai bisogni della popolazione (un esempio sono gli ospedali troppo vicini l\u2019uno all\u2019altro, in alcune regioni)<\/strong>.
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Il terzo intervento riguarda i divari e le diseguaglianze che essi producono. I dati sui ricoveri ospedalieri in altre regioni e i saldi negativi sono noti e costituiscono un grave tradimento di due articoli della legge del 1978, quello che prevede \u201cil superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio sanitarie del Paese\u201d e quello che prevede \u201cuniformit\u00e0 delle condizioni di salute sul territorio nazionale\u201d.
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Il quarto problema da affrontare \u00e8 quello \u2013 gi\u00e0 menzionato \u2013 delle risorse, che negli ultimi decenni sono andate riducendosi e hanno finito per incidere sui livelli retributivi del personale addetto alla sanit\u00e0, costringendo anche una parte della popolazione ad affrontare le cure con proprie risorse<\/strong>. La spesa sanitaria, per circa tre quarti finanziata con fondi pubblici, \u00e8 \u2013 come notato \u2013 al di sotto della media europea. Un finanziamento pluriennale, garantito come una quota del Prodotto interno lordo, assicurerebbe in permanenza il corretto funzionamento del Servizio.<\/p> \n

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Quinto: la sanit\u00e0 \u00e8 il settore nel quale si concentrano le maggiori risorse delle regioni, sia finanziarie, sia di personale. Ha quindi attirato un forte interesse che una volta si sarebbe chiamato clientelare, con la conseguenza di far passare in secondo piano il principio del merito e dell\u2019accesso ai pubblici uffici mediante concorso. Il \u201cpolitical patronage\u201d nel settore sanitario va abbandonato, in favore del \u201cmerit system\u201d. Questo \u00e8 tanto pi\u00f9 importante in quanto la forza lavoro medica in Italia \u00e8 una delle pi\u00f9 anziane in Europa e la densit\u00e0 dei medici di medicina generale varia fortemente da regione e regione<\/strong>. Ne discende che \u00e8 necessaria una consistente politica di assunzioni, che va fatta ricorrendo a concorsi aperti a tutti e imparziali.
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Sesto: la struttura a rete del Servizio, proprio perch\u00e9 fortemente decentrata, richiede un centro, non per comandare o dirigere, ma per guidare e monitorare, per assicurare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, una promessa finora non mantenuta (sette regioni non riescono a garantire la loro copertura completa), per indicare le \u201cbest practices\u201d, per accumulare e mettere in comune i patrimoni di conoscenze locali, per segnalare i divari territoriali (ad esempio vi \u00e8 un forte divario dell\u2019Italia rispetto all\u2019Unione europea per l\u2019assistenza residenziale e semiresidenziale), per coltivare e diffondere una cultura dell\u2019organizzazione sanitaria di cui c\u2019\u00e8 grande bisogno, per promuovere l\u2019innovazione e seguirne l\u2019attuazione<\/strong>. <\/p> \n

Il contributo del ministero, della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei conti<\/h2> \n

Anche il ministero della Salute e i due maggiori controllori della spesa italiana contribuiscono alla conoscenza dello stato di salute della sanit\u00e0. Il ministero cura la \u201cRelazione sullo stato sanitario del Paese\u201d, introdotta dalla legge 23 dicembre 1978, n. 833, che il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 indica quale strumento di valutazione dell\u2019attuazione del Piano sanitario nazionale. L\u2019ultima redatta \u00e8 del 19 ottobre 2022. La Ragioneria generale dello Stato pubblica il \u201cMonitoraggio della spesa sanitaria\u201d, l\u2019ultimo dei quali edito nel dicembre del 2023. La Corte dei conti pubblica una \u201cRelazione al Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali\u201d, l\u2019ultima delle quali, relativa al 2022-2023, \u00e8 stata approvata il 14 marzo 2024<\/strong>.
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Questi documenti consentono anche di esaminare la qualit\u00e0 dell\u2019informazione statistica pubblica nazionale rispetto a quella sovranazionale. L\u2019esame comparato del \u201cprofilo\u201d redatto da Ocse e Unione europea e delle tre analisi nazionali, quella del ministero della Salute, quella della Ragioneria generale dello Stato e quella della Corte dei conti, mostra che vi \u00e8 un grande bisogno di sviluppare la cooperazione tra gli organismi che forniscono l\u2019informazione statistica, per \u201cnormalizzare\u201d i dati e renderli coerenti, in modo che essi possano costituire una base sicura per gli interventi di correzione e modernizzazione del Servizio sanitario<\/strong>.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/04\/04\/153910175-9d080721-1912-4180-b1ff-5df8db925c07.jpg","length":"20859","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/04\/04\/153910175-9d080721-1912-4180-b1ff-5df8db925c07.jpg"},"pubDate":"Thu, 04 Apr 2024 15:45:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6406454"},{"title":"Meloni rimuove i vaccini. Ed \u00e8 grave","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/editoriali\/2024\/03\/19\/news\/meloni-rimuove-i-vaccini-ed-e-grave-6343858\/","description":"

Nella Giornata in memoria delle vittime dell\u2019epidemia di coronavirus <\/a>il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni<\/a>, \u00e8 stata colta da un improvviso colpo di amnesia. Nel suo intervento istituzionale Meloni ha infatti giustamente ricordato chi ci ha lasciati a causa del virus e il dramma vissuto dalle loro famiglie.<\/strong> Ha riportato alla memoria il devastante impatto sociale ed economico causato dalle chiusure, tanto delle attivit\u00e0 economiche quanto delle scuole. Il presidente del Consiglio ha poi ricordato i sacrifici dei giovani e le ripercussioni che ancora oggi ricadono su di loro. Infine, ha elogiato quella capacit\u00e0 di reazione del popolo italiano caratterizzata da \u201cumanit\u00e0, solidariet\u00e0, unit\u00e0 e abnegazione\u201d.<\/p> \n

Manca nulla?<\/strong> Meloni \u2013 ma sar\u00e0 stato certamente un caso \u2013 ha dimenticato di menzionare proprio quello strumento che ha permesso un ritorno alla normalit\u00e0 in tutta sicurezza: il vaccino contro il Covid. <\/strong>Senza questo aiuto della scienza, arrivato in tempi record e valso il premio Nobel per la Medicina, non ci sarebbe stato tutto il resto. Eppure, da Palazzo Chigi, nemmeno una parola. E pensare che proprio in quell\u2019occasione ci fu una grandissima dimostrazione di \u201csolidariet\u00e0 e unit\u00e0\u201d da parte del popolo italiano che corse agli hub per sottoporsi alla vaccinazione. Oltre 48,7 milioni di italiani, ossia il 90,25 per cento della popolazione over 12 complet\u00f2 il ciclo vaccinale primario a due dosi e, successivamente, 40,4 milioni di italiani si fecero somministrare anche la terza dose di vaccino, raggiungendo cos\u00ec l\u201984,89 per cento della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale. Numeri da record quelli che si registrarono all\u2019epoca con il governo guidato da Mario Draghi e con la campagna vaccinale organizzata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo. Il confronto con il flop dell\u2019attuale campagna vaccinale contro il Covid \u00e8 a dir poco impietoso. Che non sia stato anche questo, oltre a una certa allergia in senso pi\u00f9 ampio sul tema vaccini, ad aver contribuito a questo improvviso colpo di amnesia.<\/strong><\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/18\/195847085-f15b26dc-31d8-4f98-b094-20ec71d75b13.jpg","length":"11223","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/18\/195847085-f15b26dc-31d8-4f98-b094-20ec71d75b13.jpg"},"pubDate":"Tue, 19 Mar 2024 05:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6343858"},{"title":"Fare del medico un pubblico ufficiale per tutelare una categoria sotto attacco","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/cronaca\/2024\/03\/13\/news\/fare-del-medico-un-pubblico-ufficiale-per-tutelare-una-categoria-sotto-attacco-6321451\/","description":"

Un fenomeno che non appresta a diminuire nonostante i diversi tentativi di sensibilizzazione verso i cittadini tramite campagne di comunicazione. Parliamo delle aggressioni a danno del personale sanitario e socio-sanitario. Le segnalazioni complessive di aggressione nell\u2019anno 2023 sono state oltre 16 mila sull\u2019intero territorio nazionale<\/a> (ad esclusione della Sicilia), per un totale di circa 18 mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate<\/strong>. Ogni aggressione, infatti, pu\u00f2 coinvolgere pi\u00f9 di un operatore. Questi i numeri contenuti nella relazione al Parlamento presentata dal ministero della Salute. A segnalare i due terzi delle aggressioni sono state professioniste donne e le fasce d\u2019et\u00e0 pi\u00f9 colpite quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59 anni<\/strong>. La professione pi\u00f9 colpita \u00e8 quella degli infermieri <\/strong>(rappresentano i professionisti pi\u00f9 numerosi nel Ssn), seguita da medici e operatori socio-sanitari. I setting pi\u00f9 a rischio sono risultati essere i Pronto Soccorso e le Aree di Degenza<\/strong> e gli aggressori principalmente i pazienti. Il 68 per cento delle aggressioni segnalate sono aggressioni verbali <\/strong>che probabilmente sfuggono ai sistemi di monitoraggio gi\u00e0 esistenti. E\u2019 interessante infine osservare come il 6 per cento delle aggressioni avvenga contro beni di propriet\u00e0 del professionista aggredito.<\/p> \n

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Il personale sanitario, gi\u00e0 sottoposto a ritmi di lavoro fuori dalla normalit\u00e0 a causa dell'annoso problema della carenze di personale, con stipendi che non sono sicuramente in linea con i parametri europei, si ritrova cos\u00ec anche a dover lavorare in ambienti spesso pericolosi e ostili nei loro riguardi. Cosa fare? Bene la procedibilit\u00e0 d\u2019ufficio ma probabilmente, ad un\u2019operazione culturale e di formazione, si dovranno affiancare anche altri interventi che prevedano un maggiore coinvolgimento delle Forze dell\u2019ordine nelle strutture sensibili pi\u00f9 colpite e un intervento legislativo che riconosca a questi medici in servizio presso queste strutture la qualifica di pubblico ufficiale.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/12\/185341253-b23246d6-bc90-4873-832a-d24dd23d3e53.jpg","length":"190851","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/12\/185341253-b23246d6-bc90-4873-832a-d24dd23d3e53.jpg"},"pubDate":"Wed, 13 Mar 2024 04:54:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6321451"},{"title":"Nel 2023 oltre 16mila aggressioni a medici e infermieri. Schillaci: \"Sensibilizzare i cittadini\"","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2024\/03\/12\/news\/nel-2023-oltre-16mila-aggressioni-a-medici-e-infermieri-schillaci-sensibilizzare-i-cittadini--6318943\/","description":"

Nel 2023 sono state segnalate oltre 16mila aggressioni contro medici, infermieri e pi\u00f9 in generale nei confronti di tutti i lavoratori del mondo sanitario e ospedaliero<\/strong>. Si tratta di aggressioni fisiche, verbali e contro la propriet\u00e0 degli operatori.<\/strong> \u00c8 il dato che emerge dal monitoraggio dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps)<\/a>, istituito dal ministero della Salute e che ha specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti sanitari. Oltre al monitoraggio del governo, ci sono i dati anche di Inail e dei suoi assicurati. Il quadro completo \u00e8 stato presentato oggi<\/a>, 12 marzo, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
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\"Troppo spesso arrivano notizie di aggressioni fisiche, alcune particolarmente violente che possono provocare la morte di operatori sanitari. Ogni volta che un professionista sanitario perde la vita sentiamo un senso di sconfitta che non vogliamo e non possiamo permetterci\", ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci<\/strong><\/a>, intervenendo all'evento organizzato al ministero. \"Abbiamo il dovere \u2013 ha proseguito \u2013 di fare in modo che quanti si prendono cura di noi, della nostra salute, lavorino senza dover temere per la propria incolumit\u00e0<\/strong>\". I numeri, intanto, raccontano storie di \"donne e uomini che hanno subito aggressioni, fisiche o verbali, che comportano sofferenza, paura di tornare al lavoro, ricadute emotive e psicologiche. E nei casi pi\u00f9 tragici lutti e dolore per le famiglie\".
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Secondo quanto riporta il monitoraggio del ministero, le segnalazioni in prevalenza arrivano da professioniste donne, che nel settore rappresentano il 65 per cento della forza lavoro<\/strong>. Mentre l'ambito delle maggiori segnalazioni \u00e8 quello del pronto soccorso. Il monitoraggio \u00e8 stato chiesto dal ministro della Salute Orazio Schillaci ed \u00e8 il primo che tiene conto di una rilevazione fatta dalle regioni. L'obiettivo era dare una fotografia omogenea del fenomeno.
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A maggio 2023 sono state introdotte pene pi\u00f9 severe per chi aggredisce un medico o un infermiere (da 2 a 5 anni di reclusione anche in caso di lesioni non gravi o gravissime), attraverso quello che era il \"decreto bollette\". Inoltre, attraverso un'iniziativa con il ministero dell'Interno, sono stati potenziati i posti di polizia negli ospedali. Un problema che \u00e8 stato da subito un \"priorit\u00e0\" per il governo e per il ministro Schillaci: \"Abbiamo introdotto la procedibilit\u00e0 d'ufficio per chi aggredisce un operatore sanitario, inasprito le pene per gli aggressori e potenziato, insieme al ministro Piantedosi, i presidi di polizia negli ospedali\"<\/strong>.

Ma non solo. Per il ministro, \"la formazione \u00e8 essenziale per dare ai professionisti sanitari gli strumenti utili a prevenire e gestire il fenomeno della violenza\". Allo stesso modo \"\u00e8 fondamentale  informare e sensibilizzare i cittadini. L'aspetto culturale \u00e8 cruciale e per questo abbiamo lanciato un\u2019attivit\u00e0 di sensibilizzazione, in collaborazione con le federazioni e gli Ordini professionali. Vogliamo che si recuperi un rapporto di alleanza tra cittadini e operatori sanitari\".

Durante tutto lo scorso anno \u00e8 stata lanciata anche la campagna comunicativa \"La violenza non cura\"<\/strong> che ha avuto essenzialmente tre obiettivi: informare i cittadini sulla gravit\u00e0 che rivestono gli atti di violenza nei confronti del personale sanitario, promuovere un sentiment<\/em> positivo nei confronti degli operatori sanitari che dovrebbero essere visti come professionisti quotidianamente impegnati a far funzionare al meglio un servizio fondamentale per la comunit\u00e0 e ricostruire il rapporto di fiducia con la popolazione, che valorizzi il lavoro dei professionisti della salute impegnati a far funzionare il sistema sanitario.
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\"Vorremmo poter dire di aver voltato pagina e invece, purtroppo, siamo ancora lontani da una soluzione al gravissimo problema delle aggressioni nei confronti degli operatori della salute<\/strong>\", ha poi detto Andrea Bottega<\/strong> \u2013 segretario nazionale del Nursind<\/a>, il sindacato delle professioni infermieristiche. \"Lo dico con l'amaro in bocca, rappresentando la categoria pi\u00f9 colpita nella sanit\u00e0. Sia che si tratti di violenze fisiche e sia che si tratti di violenze verbali, infatti, gli infermieri hanno il triste primato di essere le principali vittime di aggressioni, come rivelano tutti i dati, inclusi quelli raccolti dall'odierno Osservatorio nazionale\".<\/p> \n

Del resto, continua, \"non pu\u00f2 che essere cos\u00ec, dal momento che questo fenomeno \u00e8 figlio del cattivo funzionamento del nostro Ssn di cui si d\u00e0 il caso che questi professionisti rappresentino la prima interfaccia<\/strong>. Basta solo smetterla di nascondere la testa sotto la sabbia. Ben vengano i presidi di polizia, ma non \u00e8 militarizzando gli ospedali che si pu\u00f2 eradicare il problema. Di fronte a disservizi e mancate cure, infatti, non c'\u00e8 presidio difensivo che tenga. Solo riorganizzando il nostro Ssn e quindi investendo in sanit\u00e0 si potranno dare le sacrosante risposte di cura ai cittadini che non avranno pi\u00f9 motivi per scaricare la loro rabbia contro i sanitari\", ha concluso Bottega. <\/p> \n

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 <\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/12\/120621058-b7094ca5-1441-4966-b2bb-8e6ec250140e.jpg","length":"17911","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/12\/120621058-b7094ca5-1441-4966-b2bb-8e6ec250140e.jpg"},"pubDate":"Tue, 12 Mar 2024 11:17:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6318943"},{"title":"Giusto celebrare la riforma Basaglia, ma occupandosi davvero dei malati psichici","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2024\/03\/12\/news\/giusto-celebrare-la-riforma-basaglia-ma-occupandosi-davvero-dei-malati-psichici-6317136\/","description":"

La ricorrenza del centenario della nascita di Franco Basaglia<\/strong> \u00e8 stata ricordata dai media, che giustamente hanno attribuito alla sua tenace battaglia la legge che ha abolito i manicomi<\/strong>, con tutta la carica di oppressione e di abbandono che comportavano. La legge 180 del 1978 fu un traguardo di civilt\u00e0 che fa onore all\u2019Italia, ma questo non deve far trascurare il fatto che una riforma tanto coraggiosa e innovativa avrebbe richiesto una adeguata organizzazione che consentisse di fornire un\u2019assistenza sanitaria psichiatrica efficace fuori da quelle strutture, o ancor pi\u00f9 nelle famiglie che convivono col dramma della malattia psichica. Questa parte, invece, risulta tuttora gravemente carente.<\/strong><\/p> \n

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L\u2019assistenza psichiatrica, in molte regioni, escluso il Friuli dove ci sono Centri di assistenza psichiatrica aperti tutti i giorni per 24 ore, \u00e8 affidata ad ambulatori aperti poche ore al giorno, oppure a Centri di assistenza psichiatrica aperti solo per 12 ore al giorno nei giorni feriali<\/strong>. La maggior parte dei pazienti \u00e8 affidata a residenze private<\/strong> convenzionate con le Asl che non sempre, per usare un eufemismo, garantiscono i livelli di cura necessari, mentre quelli meno giovani vengono spesso affidati alle Residenze per anziani<\/strong>, con l\u2019effetto di non assicurare attenzione specialistica e di creare spesso disagi agli altri residenti.<\/p> \n

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L\u2019effetto di tutte queste carenze \u00e8 che l\u2019onere della assistenza grava soprattutto sulle famiglie<\/strong>, se ci sono, senza aiuti per affrontare situazioni di disagio proprio e altrui.<\/p> \n

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Un modo serio per commemorare Basaglia sarebbe un esame attento delle condizioni reali dei malati psichiatrici e delle carenze del sistema sanitario<\/strong>. Il rischio \u00e8 che altrimenti la preoccupazione per la presenza nella societ\u00e0 dei portatori di queste patologie spinga a proteste erronaeamente rivolte non alle carenze di assistenza, ma a una riforma invece giusta. Se si vuole evitare il ritorno a forme costrittive e sostanzialmente carcerarie di \u201cterapia\u201d psichiatrica, non basta esaltare il carattere innovativo e liberatorio della riforma Basaglia, bisogna renderla effettiva.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/11\/184122830-3f9ef51c-0e8b-4f8d-ac87-593b7125168f.jpg","length":"11999","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/03\/11\/184122830-3f9ef51c-0e8b-4f8d-ac87-593b7125168f.jpg"},"pubDate":"Tue, 12 Mar 2024 05:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6317136"},{"title":"Corpi neutri e de-gendering. \u00c8 il grande scandalo della medicina moderna","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/bioetica-e-diritti\/2024\/03\/08\/news\/corpi-neutri-e-de-gendering-e-il-grande-scandalo-della-medicina-moderna-6302365\/","description":"

Come ti regoli se ti si presenta un ragazzino con personalit\u00e0 multipla che vuole cambiare sesso<\/a>? Be\u2019, semplice: ti metti l\u00ec e con santa pazienza chiedi il consenso per il trattamento a tutte quante le personalit\u00e0.<\/strong> L\u2019evenienza \u00e8 tutt\u2019altro che rara: \u201cVedo un bel po\u2019 di gente con seri problemi mentali: disturbi dello spettro autistico, stress post traumatico, psicosi\u201d. Conferma un collega: \u201cBe\u2019, il trauma \u00e8 molto comune\u2026 un sacco di pazienti soffre di disturbi dissociativi\u201d. La chat interna di Wpath, resa pubblica da Michael Shellenberger<\/strong>, presidente e fondatore del think tank Environmental Progress \u2013 nonch\u00e9 \u201ceroe dell\u2019ambiente\u201d di Time, vincitore del Green Book Award e titolare della cattedra di Politica, censura e libert\u00e0 di parola all\u2019Universit\u00e0 di Austin \u2013 \u00e8 letteralmente sconvolgente.<\/p> \n

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Wpath (World Professional Association For Transgender Health) \u00e8 ritenuta la massima autorit\u00e0 scientifica e medica globale sulla \u201cmedicina trans\u201d.<\/strong> Da decenni i suoi standard di cura plasmano le linee-guida, le politiche e le pratiche di governi, associazioni mediche, sistemi sanitari pubblici e cliniche private in tutto il mondo, Oms compresa. I file, debitamente screenshottati, dimostrano che Wpath non soddisfa gli standard di una medicina basata sull\u2019evidenza. Nella chat i membri \u2013 chirurghi, terapisti e attivisti \u2013 ammettono di ritrovarsi a improvvisare i trattamenti<\/strong>: in sostanza una sperimentazione in vivo. E si mostrano consapevoli del fatto che bambini e adolescenti non sono in grado di esprimere un vero consenso alla terapia affermativa <\/strong>(puberty blocker, ormoni, chirurgia) perch\u00e9 per esempio mostrano di non capire quando gli parli di rischi come la sterilit\u00e0 e la compromissione della funzione sessuale.<\/p> \n

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Dice Dan Metzger, endocrinologo canadese: \u201cIn teoria \u00e8 giusto parlare con un quattordicenne del fatto di preservare la sua fertilit\u00e0, ma so che \u00e8 come parlare al muro\u2026 La maggior parte dei ragazzi non ha nessuno spazio cerebrale per parlarne in modo serio\u201d. \u201cTanti dicono: bleah: bambini, neonati, che schifo. Risposta media: Ok, nel caso adotter\u00f2\u201d. Neanche le famiglie capiscono bene, \u201cgente che magari non ha manco studiato biologia a scuola\u2026 certi genitori\u201d, dice un terapista, \u201cnon riescono nemmeno a formulare le domande riguardo a un intervento medico per il quale hanno gi\u00e0 sottoscritto il consenso\u201d.<\/p> \n

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In chat si discute di bloccare la pubert\u00e0 a una bambina di 10 anni e a un bambino di 13 anni affetto da ritardo mentale. Un altro scambio descrive in dettaglio l\u2019esecuzione di interventi di chirurgia genitale su persone affette da schizofrenia. Un membro chiede consiglio su un paziente di 14 anni che si identifica come ragazza e chiede la rimozione di pene e testicoli con utilizzo del tessuto per creare una pseudo-vagina, intervento che richiede pratiche di dilatazione a vita: troppo giovane? Forse s\u00ec, ammette Marci Bowers, presidente transgender di Wpath e chirurgo pelvico-ginecologico in California. \u201cIl tessuto \u00e8 immaturo, la routine di dilatazione complicata, gli esiti chirurgici potrebbero essere problematici\u201d, si dovrebbe prelevare un segmento di intestino per costruire la finta vagina. Bowers ne sa qualcosa: ha eseguito pi\u00f9 di duemila vaginoplastiche, la sua paziente pi\u00f9 nota \u00e8 Jazz Jennings, giovanissima trans operata in diretta nel corso il reality \u201cI\u2019m Jazz\u201d.<\/strong> Nel caso di Jazz sono stati necessari tre interventi correttivi dati i problemi della prima operazione. Per\u00f2 qualsiasi limite di et\u00e0 \u201c\u00e8 arbitrario\u201d <\/strong>puntualizza Bowers. Sconsigliabile attendere i 18 anni, meglio operare \u201cqualche tempo prima della fine della scuola superiore, cos\u00ec stanno sotto la sorveglianza dei genitori nella casa in cui sono cresciuti\u201d, ti immagini i casini al college con i dilatatori. Si parla con franchezza anche delle complicazioni della chirurgia di transizione per le ragazze, falloplastiche con pseudo-peni insensibili e ovviamente anorgasmici modellati con tessuto dell\u2019avambraccio o della coscia, e delle gravi conseguenze degli interventi<\/strong>: malattia infiammatoria pelvica, atrofia vaginale, incontinenza, problemi intestinali debilitanti, sanguinamento e dolore lancinante durante il sesso (\u201csensazione di vetro rotto\u201d).<\/p> \n

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Una parte della chat \u00e8 dedicata all\u2019emergente chirurgia per non-binary. <\/strong>Thomas Satterwhite, chirurgo plastico a San Francisco, dal 2014 ha operato decine di pazienti under 18. \u201cHo scoperto\u201d, dice, \u201cche sempre pi\u00f9 pazienti richiedono procedure \u2018non standard\u2019 tipo una \u201cchirurgia superiore non binaria\u201d, mastectomia che elimina anche i capezzoli. L\u2019obiettivo, spiega il claim di una clinica californiana, \u201c\u00e8 un corpo liscio e neutro, esteticamente privo di identificazione sessuale\u201d. Su TikTok la tendenza si chiama \u201cfronte piatto\u201d. Wpath ha incluso il \u201cde-gendering\u201d nei suoi nuovi standard di \u201ccura\u201d<\/strong>: castrazione chimica o chirurgica per pazienti che si identificano come eunuchi, fenomeno con un suo lato fetish. Lo stesso documento ha approvato l\u2019intervento chirurgico sperimentale \u201cbi-genitale\u201d che tenta di costruire un secondo set di organi sessuali. Nella chat si ammette perfino che alcuni giovanissimi pazienti hanno sviluppato tumori: si parla per esempio di una sedicenne con cancro al fegato in seguito alla somministrazione di ormoni.<\/p> \n

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Dopo la pubblicazione della chat interna il servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) si \u00e8 affrettato a dichiarare che gi\u00e0 da 5 anni ha preso le distanze dalle linee guida Wpath. In Italia invece ci andiamo ancora a nozze. Infotrans, portale istituzionale dedicato dell\u2019Istituto superiore di sanit\u00e0, fa riferimento agli \u201cstandard of care\u201d Wpath; idem l\u2019Osservatorio nazionale sull\u2019identit\u00e0 di Genere (Onig); cos\u00ec la Societ\u00e0 italiana di endocrinologia e le altre societ\u00e0 scientifiche che hanno protestato contro l\u2019ispezione ministeriale al servizio per minori con disforia al Careggi. Epath, analogo europeo di Wpath, \u00e8 stato fondato tra gli altri da Alessandra Fisher e tra i suoi membri c\u2019\u00e8 Jiska Ristori, le due mediche Careggi nell\u2019occhio del ciclone; anche i pediatri italiani (Sip) fanno ampio riferimento alle linee guida Wpath in un position paper in via di pubblicazione sull\u2019\u201cItalian Journal of Pediatrics\u201d. Sempre che lo pubblichino: la bomba \u00e8 esplosa, non si pu\u00f2 pi\u00f9 far finta di niente. \u201cI file del Wpath\u201d, \u00e8 il commento di Michael Shellenberger, \u201cdimostrano che la medicina di genere comprende esperimenti non regolamentati e pseudoscientifici su bambini, adolescenti e adulti vulnerabil<\/strong>i. Sar\u00e0 ricordato come uno dei peggiori scandali medici della storia\u201d.
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L\u2019emendamento al Milleproroghe che eleva a 72 anni l\u2019et\u00e0 pensionabile dei medici<\/strong>, naturalmente se ne fanno richiesta, fa capire come sia drammatica la situazione della Sanit\u00e0, che non riesce a rimpiazzare il personale in quiescienza. Per questo anche tale scelta straordinaria \u00e8 comprensibile e accettabile, ma naturalmente non serve a un granch\u00e9.<\/p> \n

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Quello che servirebbe davvero \u00e8 un ampliamento degli ingressi prima universitari e poi professionali del personale sanitario, medico e paramedico<\/strong>. Invece dei numeri chiusi servono pi\u00f9 insegnamenti, nuove facolt\u00e0 s<\/strong>e mancano, e soprattutto, per motivare i giovani, una retribuzione decente <\/strong>se non proprio competitiva con quella di altri paesi europei almeno decorosa fin dall\u2019inizio e non solo dopo una lunga permanenza in servizio.<\/p> \n

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Bisogna avere fiducia nei giovani e meritarsi la fiducia dei giovani con atti concreti e non con prediche che lasciano il tempo che trovano. In una societ\u00e0 che invecchia i giovani diventano una risorsa sempre pi\u00f9 preziosa e senza dare spazio reale alle nuove generazioni si finisce in un vicolo cieco, e la Sanit\u00e0 gi\u00e0 lo sta imboccando.<\/p> \n

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Oggi esistono vincoli di vario genere, sia all\u2019ampliamento all\u2019accesso agli studi di Medicina sia all\u2019abilitazione alla professione, sia all\u2019entrata in ruolo: sono regole obsolete, che riflettono una situazione in cui una categoria si difendeva dall\u2019eccesso di affluenza per evitare che questo determinasse una riduzione del livello professionale. Ora questa logica non ha pi\u00f9 senso perch\u00e9 le condizioni si sono trasformate, quasi capovolgendosi.<\/p> \n

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Non \u00e8 semplice sovvertire una logica accademica, burocratica e professionale (per non dire corporativa) ma quando bisogna farlo \u00e8 necessario agire con decisione e con la persuasione perch\u00e9 si tratta di porre rimedio a una crisi che altrimenti \u00e8 destinata ad aggravarsi<\/strong>. Se si deve mandare in pensione i medici a un\u2019et\u00e0 sempre pi\u00f9 matura \u00e8 segno che senza un ricambio generazionale si va alla paralisi.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/16\/183639529-06b3b665-77b0-4df5-bfc0-c9e72864ef02.jpg","length":"16487","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/16\/183639529-06b3b665-77b0-4df5-bfc0-c9e72864ef02.jpg"},"pubDate":"Sat, 17 Feb 2024 05:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6230956"},{"title":"L\u2019apostolo dei matti. Cento anni per Franco Basaglia, lo psichiatra che chiuse i manicomi","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/cultura\/2024\/02\/10\/news\/l-apostolo-dei-matti-cento-anni-per-franco-basaglia-lo-psichiatra-che-chiuse-i-manicomi-6203069\/","description":"

Franco Basaglia compie un secolo<\/strong>, era nato a Venezia il 10 marzo 1924<\/strong> e cent\u2019anni sono abbastanza per guardare in prospettiva la sua breve vita  \u2013 \u00e8 morto a soli cinquantasei anni \u2013 e il suo fiammeggiante profilo di medico umanista, psichiatra tra i pi\u00f9 importanti del XX secolo e autore dello strappo culturale che ha segnato un\u2019epoca<\/strong>. Lo strappo che condusse alla chiusura dei manicomi<\/strong>. Dunque chi era, che cosa ci ha lasciato e come riusc\u00ec nella sua impossibile impresa? C\u2019era una volta un ragazzo veneziano, alto e dinoccolato, occhi azzurri lampeggianti e una faccia come disegnata da Hugo Pratt che gli fu amico; sua moglie Franca Ongaro fece una riduzione dell\u2019Odissea per ragazzi tutta disegnata da lui. Al massimo del suo fulgore, ha raccontato scherzosamente sua figlia Alberta, era l\u2019idolo delle studentesse. Quando andava in giro con lui nelle universit\u00e0, le dicevano: \u201cEhi bambina, cavati di qui. Cosa credi, sono uscita senza asciugarmi i capelli per arrivare presto e vedere Basaglia da vicino\u2026\u201d. <\/p> \n

  
Alberta ha appena riorganizzato in una nuova sede l\u2019Archivio Basaglia<\/strong> e tutta la vita si \u00e8 occupata da psicologa di donne e bambini maltrattati. \u00c8 l\u2019autrice di un\u2019incantevole storia di famiglia,
Le nuvole di Picasso<\/a><\/em>, dove ha lasciato che a raccontare fosse la sua  voce di ragazzina. Per un difetto congenito agli occhi, Alberta era stata dichiarata tecnicamente cieca, per\u00f2 ha trovato il suo modo sghembo di vedere, \u00e8 riuscita perfino a sciare e a giocare a basket infilando canestri a occhi chiusi. Quella era la filosofia di famiglia, non potrebbe essere pi\u00f9 chiaro: la malattia non si nega, c\u2019\u00e8; bisogna trovare un modo proprio di conviverci e di stare con gli altri<\/strong>. Per il centenario, Feltrinelli riporta in libreria Le nuvole di Picasso<\/em> in edizione aggiornata con nuovi capitoli. Al telefono chiedo ad Alberta come vorrebbe fosse ricordato suo padre: \u201cPer quello che ha fatto veramente\u201d, risponde: \u201cNon come un santo da giubilare per chiudere i conti<\/strong>. Ok, ha liberato i matti e non ci sono pi\u00f9 quegli orrori; intanto per\u00f2 si torna all\u2019uso coercitivo della psichiatria e ogni tanto leggiamo di qualcuno che \u00e8 morto legato a un letto<\/strong>\u201d. <\/p> \n

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Il professore era nato tre volte<\/strong>. Questo almeno secondo lo psichiatra genovese Paolo Francesco Peloso<\/strong>, autore del suo pi\u00f9 recente ritratto (Franco Basaglia, un profilo<\/a>, Carocci 2023). La prima fu la nascita anagrafica: Basaglia era di famiglia agiata, cresciuto a Venezia intorno a Campo San Polo, alunno del liceo classico Foscarini dove insegnava Agostino Zanon Dal Bo, tra i fondatori del Partito d\u2019azione nel Veneto, punto di riferimento di tanti giovani antifascisti. Tra i quali proprio lui e il suo futuro cognato Alberto Ongaro, fumettista e scrittore, fratello di Franca, che Basaglia avrebbe sposato nel 1953. Alberto fu arrestato nel 1944, usc\u00ec dopo un mese e raggiunse i partigiani in montagna; Franco, che mai volle dire chi l\u2019aveva denunciato, fu catturato mentre si apprestava a scappare sui tetti. Sua figlia racconta della nonna, spaventata all\u2019idea dei salti del fuggitivo da una casa all\u2019altra sopra le calli: si mise a gridare e cos\u00ec lo presero. Basaglia rimase dentro fino all\u2019insurrezione della citt\u00e0 contro i tedeschi e quell\u2019esperienza lo segn\u00f2 per la vita: quando arriv\u00f2 al manicomio di Gorizia, diciassette anni dopo, riconobbe lo stesso odore  di bugliolo<\/strong>. <\/p> \n

   
La seconda nascita fu a Padova, dove Basaglia si laurea in medicina e si specializza in clinica delle malattie nervose e mentali nel 1952<\/strong> per diventare ricercatore e poi assistente di Giovanni Battista Belloni. Si appassiona alla Psicopatologia generale di Jaspers, studia Minkowski e Binswanger: individua nel rapporto medico-paziente  l\u2019unit\u00e0 terapeutica che consente al malato di \u201crisolversi attraverso un uomo che lo comprende\u201d. Sulle pagine di Binswanger incontra per la prima volta Foucault, che l\u2019aveva tradotto in francese, ma non aveva ancora pubblicato la sua sterminata Storia della follia. \u00c8 un accanito lettore di Sartre, aspira alla carriera universitaria ma il contesto, d\u2019impostazione organicista, non gli \u00e8 favorevole. La psichiatria \u2013 ricorda Paolo Peloso \u2013 nasce nel 1800 con una doppia matrice, medica e filosofica: Basaglia vuole recuperare l\u2019aspetto fenomenologico-esistenziale ma non trova terreno favorevole<\/strong>. Del resto, nessuno dei maestri di scuola fenomenologica \u2013 da Enrico Morselli a Arnaldo Ballerini, da Bruno Callieri a Eugenio Borgna \u2013 in Italia ha mai avuto una cattedra. Ottenuta la libera docenza, alla fine degli anni Cinquanta, Basaglia capisce che non \u00e8 aria e fa il concorso per andare a dirigere un ospedale psichiatrico. Sua figlia Alberta sintetizza la faccenda in modo efficace: \u201cMio padre era troppo ingombrante<\/strong>, intrecciava psichiatria e filosofia in modo un po\u2019 sacrilego, dovette andarsene in esilio a Gorizia\u201d.<\/p> \n

 
Era il 1961 e rimase sconvolto: non si aspettava catene, camicie di forza, umani seminudi o coperti di cenci, degradati e dimenticati l\u00ec con una condanna a vita.<\/strong> Allora a Gorizia passava la cortina di ferro, il muro divideva in due anche il giardino dell\u2019ospedale psichiatrico. I direttori andavano a vivere con la famiglia nella citt\u00e0 dei pazzi, Basaglia si rifiut\u00f2 di portare i suoi bambini in manicomio, gli dettero un appartamento sopra gli uffici della Provincia. Alberta racconta il fervore di quella casa, le interminabili riunioni serali con i collaboratori. Da quell\u2019\u00e9quipe usciranno importanti figure della psichiatria italiana. Tra loro, Agostino Pirella, Giovanni Jervis, Domenico Casagrande, Antonio Slavich<\/strong>. Pi\u00f9 tardi, a Trieste, si formeranno con lui
Peppe Dell\u2019Acqua<\/a>, Giovanna Del Giudice, Franco Rotelli<\/a><\/strong>. Alberta dice di aver accettato che lei e suo fratello Enrico non erano i soli figli, c\u2019erano anche gli allievi e i pazienti di suo padre: quando l\u2019ha capito? \u201cPi\u00f9 o meno nell\u2019adolescenza, ma me ne sono resa veramente conto dopo la sua morte, quando i suoi allievi e i giovani volontari che erano con lui sono diventati fratelli e sorelle\u201d.<\/p> \n

       
Gradualmente in Basaglia maturava l\u2019idea che il manicomio non era migliorabile, perch\u00e9 non \u00e8 migliorabile l\u2019idea del lager: un\u2019istituzione totale ti possiede e proprio per questo non pu\u00f2 curare e restituire alla vita<\/strong>. Era tragicamente scritto nelle storie dei 600 internati di Gorizia. Allora si poteva finire in manicomio solo perch\u00e9 disabili o crescere tra i matti perch\u00e9 orfani, bambini irrequieti e disturbati. In quell\u2019ospedale di frontiera si invidiavano i trapassati, e a quelli che smettevano di nutrirsi e si lasciavano morire \u201cbuttavano gi\u00f9 il mangiare per il naso con la gomma\u201d ma non c\u2019era nulla da fare ugualmente, si legge tra le testimonianze dei ricoverati, nell\u2019introduzione documentaria a
L\u2019istituzione negata<\/a><\/em>. Il libro da fine febbraio torna in nuova edizione da Baldini+Castoldi insieme con altre opere del corpus basagliano: Cos\u2019\u00e8 la psichiatria?<\/a> La maggioranza deviante<\/a>, Crimini di pace<\/a>. Gli Scritti 1953-1980<\/a>, con prefazioni di Pier Aldo Rovatti e Mario Colucci, li ha invece ripubblicati Il Saggiatore alla fine dello scorso anno.<\/p> \n

   
Chiudere i manicomi era un\u2019impresa impossibile, uno sproposito<\/strong>. La strada si trov\u00f2 probabilmente anche grazie a una congiunzione astrale irripetibile<\/strong>. Cominciavano a essere disponibili i moderni psicofarmaci<\/strong>, che hanno reso possibile il contenimento della follia senza strumenti medievali di tortura: catene, sbarre, camicie di forza, elettroshock. Nel mondo anglosassone si andavano sperimentando altri metodi di cura, con il coinvolgimento attivo del paziente, con la costruzione di comunit\u00e0 terapeutiche. Stava arrivando il Sessantotto ed era nell\u2019aria un potente movimento d\u2019opinione antiautoritario. Senza questo contesto e senza nuovi strumenti terapeutici, Basaglia non avrebbe potuto smontare il manicomio: non crede? chiedo a Paolo Peloso. \u201cSemmai \u00e8 vero il contrario\u201d, risponde. \u201cNon bisogna dimenticare che Basaglia \u00e8 arrivato a Gorizia nel 1961, dunque ha cominciato molto prima e la sua esperienza \u00e8 poi confluita dentro una generale spinta di liberazione della societ\u00e0 che forse lui aveva intuito<\/strong>. Quanto ai farmaci, Basaglia ha ribadito pi\u00f9 volte che il loro uso oculato, fatto con il rispetto delle persone, pu\u00f2 aiutare a moderare quegli aspetti della follia che rendono difficile l\u2019inclusione sociale. In diversi passaggi dice chiaramente che i nuovi strumenti farmacologici rendono ingiustificabile la segregazione<\/strong>, che lui mette radicalmente in discussione gi\u00e0 nel 1964, quando in Italia nessuno lo faceva. E comincia a sperimentare in maniera evolutiva, critica, il modello anglosassone delle comunit\u00e0 terapeutiche<\/strong>\u201d.<\/p> \n

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Nel 1968
L\u2019istituzione negata<\/a><\/em> vende sessantamila copie, diventa un bestseller e vince il Premio Viareggio. Basaglia fu accusato di essere un politico, pi\u00f9 che un medico o uno scienziato, ma se non fosse stato capace di creare un movimento d\u2019opinione attorno alla chiusura dei manicomi forse non sarebbe andato in nessun posto<\/strong>. \u201cIl Basaglia politico ha sempre rischiato di soffocare lo psichiatra\u201d, prosegue Peloso, \u201d ma quello che ci ha insegnato \u00e8 prima di tutto un modo diverso di stare accanto al malato e di gestire la contraddizione tra il diritto alla libert\u00e0 personale e la sicurezza di tutti. La sua capacit\u00e0 di comunicatore, che trasforma l\u2019esperienza di Gorizia e poi quella di Trieste in un paradigma generale per arrivare all\u2019obiettivo di chiudere i manicomi, viene dopo. Prima c\u2019\u00e8 il medico ed \u00e8 una figura di statura internazionale, sia per le fonti alle quali si abbevera, che provengono dall\u2019Europa e dal Nord America, sia per la sua originalit\u00e0: Basaglia \u00e8 capace di tenere i suoi collaboratori e i malati dentro il discorso<\/strong>. I suoi primi libri sono testi a pi\u00f9 voci, scritti con il loro concorso\u201d.<\/p> \n

  
Testi che non ci sarebbero senza Franca Ongaro, l\u2019altra met\u00e0 di tutto<\/strong>. Alberta racconta che da piccola non era capace di addormentarsi senza il ticchettio della macchina da scrivere di sua madre, che passava la notte a pestare sui tasti di una lettera 22. Parla della \u201cgran fatica\u201d dei suoi genitori di integrare le loro diverse visioni del mondo. Erano discussioni senza fine. Franca, che era stata autrice di libri per bambini e curava riduzioni di grandi classici per il Corriere dei Piccoli, fu pienamente coinvolta nell\u2019esperienza di Gorizia e poi in quella di Trieste. Dopo la morte del marito continuer\u00e0 l\u2019opera cominciata insieme e seguir\u00e0 l\u2019attivit\u00e0 legislativa sulla riforma psichiatrica da senatrice della Sinistra indipendente. Era lei a scrivere di notte quello che si sperimentava di giorno, decifrando gli appunti che Franco teneva nella tasca della giacca in certi fogli lisi piegati in quattro. Basaglia temeva di tradurre quello che succedeva in parole scritte: non voleva farne formule e ricette. A tutti diceva: venite a vedere.<\/strong> E molti andarono: sono indimenticabili i documentari di Sergio Zavoli e i reportage fotografici di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, ora di nuovo  in libreria  con Il Saggiatore. \u00c8 stata appena restaurata anche la versione integrale di \u201cNessuno o tutti. Matti da slegare\u201d, il film di Silvano Agosti, Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.<\/p> \n

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Si scoperchiava un mondo di abbandono e solitudine: la segregazione manicomiale era dei poveri, il denaro consentiva anche allora altre soluzioni. Ma nel 1968 un grave incidente materializz\u00f2 l\u2019altra faccia delle cose: durante un congedo temporaneo dall\u2019ospedale, un ricoverato di Gorizia uccise la moglie.<\/strong> La follia mostrava il suo volto pi\u00f9 minaccioso e imprevedibile.  Basaglia \u2013 scrive Peloso \u2013 sapeva di avere a che fare non solo con la follia trasgressiva, ma anche con quella dura, feroce e distruttiva. Il suo sentimento di scacco e di disperazione fu enorme, Giovanni Jervis ha raccontato che stava per fermare tutto e che fu l\u2019\u00e9quipe a convincerlo che si doveva andare avanti: l\u2019istituzione aperta doveva sostituire catene e chiavistelli con altre forme di controllo, di contenimento e di sostegno. E qui, in nuce, appare lo scenario  del dopo: la necessit\u00e0 di accompagnare la chiusura dei manicomi con una rete di servizi, gestiti da personale qualificato e dotato di strumenti per intervenire. Ma i centri di salute mentale e i mezzi per accompagnare e seguire i malati all\u2019esterno a Gorizia non si videro. <\/p> \n

 
Andava di moda l\u2019antipsichiatria e, negli anni Settanta, Basaglia che parlava radicalese come quasi tutti fu spacciato cos\u00ec.<\/strong> A lui non piaceva, si considerava uno psichiatra critico e amava dire: io curo persone, non malattie.<\/strong> Il medico ha davanti un essere umano, non pu\u00f2 identificarlo con il male di cui soffre, che \u00e8 soltanto una parte di lui. Lo strappo culturale, lo scandalo in fondo era questo: i matti sono titolari di diritti inalienabili, non appartengono a una sottospecie umana. Come i detenuti, del resto. Basaglia riusc\u00ec a realizzare il suo progetto non a Gorizia ma a Trieste, dove nel 1973 il suo ospedale  fu riconosciuto dall\u2019Organizzazione mondiale della sanit\u00e0 come esperienza pilota nella ricerca psichiatrica. Dopo un lungo e paziente processo di costruzione di  una rete di supporti, servizi, attivit\u00e0 e di una cooperative sociale di pazienti e operatori, ora raccontata in un docufilm di Massimo Cirri ed Erika Rossi, il manicomio chiuse. Era  il 1980 e quello era l\u2019impresa di una vita, Basaglia moriva nello stesso anno.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/09\/163652248-cbb3abc4-d5f1-491d-a3f5-6aca61c15ffe.jpg","length":"8639","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/09\/163652248-cbb3abc4-d5f1-491d-a3f5-6aca61c15ffe.jpg"},"pubDate":"Sat, 10 Feb 2024 08:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6203069"},{"title":"La scemenza collettiva che manda a processo il virologo Pregliasco, reo di aver fatto il suo lavoro","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/giustizia\/2024\/02\/10\/news\/la-scemenza-collettiva-che-manda-a-processo-il-virologo-pregliasco-reo-di-aver-fatto-il-suo-lavoro-6204407\/","description":"

Non fosse una storia vera, sarebbe puro teatro dell\u2019assurdo. E invece trattasi di storia verissima, con ben due denunce e relativa richiesta di \u201cdanni biologici\u201d per aver procurato angoscia in due cittadini a mezzo intervista, ai tempi del Covid, veicolando allarmismo senza fondamento e facendo quindi agitare i suddetti ricorrenti. E\u2019 accaduto al professor Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all\u2019universit\u00e0 di Milano, direttore dell\u2019Ircc Ospedale Sant\u2019Ambrogio Galeazzi e presidenze di Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze): due diverse denunce, seppure molto simili, e due giudici che reagiscono in modo diverso, uno spostando l\u2019inizio del processo all\u2019inizio del 2024, l\u2019altro dando ragione a Pregliasco: il fondamento c\u2019era, il Covid pure, le interviste fotografavano la verit\u00e0.<\/p> \n

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Ma la sentenza non arriva al punto di ribaltare il tutto e dire che un simile ricorso non aveva alcun motivo di essere discusso, e che, di fatto, sono i due ricorrenti ad aver procurato una serie di inutili rotture di scatole (a Pregliasco) nonch\u00e9 di aver intasato di inutile lavoro il tribunale. Si vedr\u00e0 al secondo processo, quello non ancora iniziato, ma il nonsense intanto \u00e8 qui tra noi, sotto forma di paranoia collettiva, con venature superstiziose, paranoia abbattutasi su un bersaglio umano: il medico, lo scienziato, il divulgatore televisivo. Interpellato, Pregliasco appare ancora incredulo: davvero l\u2019ottusit\u00e0 pu\u00f2 manifestarsi in questa forma? Passo indietro: era il 2020, annus horribilis del Covid, e il professore \u2013 virologo \u2013 appariva su giornali e tv, in quei giorni di smarrimento e di buio sul da farsi, come voce autorevole cui chiedere lumi.<\/p> \n

 
A Pregliasco, insomma, si domandavano informazioni sulla diffusione del virus e sul modo di farvi fronte, a monte delle campagne vaccinali (ancora di l\u00e0 da venire), e a valle del primo, durissimo lockdown. Il virus si diffondeva e, nell\u2019autunno del 2020, dopo una pausa apparente, riprendeva piede, con tutte le conseguenze del caso (anche a livello di nuovo lockdown: il secondo, quello con le zone a colori). In tutti questi anni, anche usciti dall\u2019emergenza, Pregliasco ha continuato a essere intervistato sul post-pandemia, e capita che dica: \u201cAttenzione, i fragili si devono comunque proteggere\u201d o \u201csiamo di fronte a un Covid pi\u00f9 buono ma comunque contagioso\u201d.<\/p> \n

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Oggi come allora, cio\u00e8 nel 2020, quando capitava che Pregliasco dicesse:  \u201cI ristoranti sono un momento di pericolo\u201d o \u201cnon si \u00e8 riusciti a ridurre sufficientemente il numero dei contatti\u201d. Faceva e fa il suo lavoro. Ma non per tutti \u00e8 cos\u00ec. Ed ecco il secondo capitolo dell\u2019assurdo: all\u2019Ordine dei Medici sono arrivate richieste di radiazione per il virologo (prima una, poi molte, a grappolo). Motivo: Pregliasco \u00e8 considerato colpevole, secondo questa sorta di scemenza collettiva, di aver fatto preoccupare chi non voleva preoccuparsi, sempre ai tempi del Covid.<\/p> \n

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Altra rottura di scatole inutile, stavolta non per un tribunale ma per il consiglio direttivo dell\u2019Ordine \u2014 che si \u00e8 comunque dovuto riunire e ha comunque dovuto istruire la pratica. Ma perch\u00e9? \u201cSiamo diventati dei pungiball a cui viene data la colpa di tutti i mali, invece che darla al virus. E c\u2019\u00e8 chi pensa che siamo pagati da qualcuno\u201d, dice Pregliasco. Non bastasse il complottismo strapaesano, ci si mette la virulenza via web: sulla bacheca dei social network del virologo campeggiano sequele di improperi, anche fuori contesto e fuori tema, cio\u00e8 persino quando Pregliasco posta informazioni sulla sua attivit\u00e0 di volontariato, cosa che lascia sconcertati, a dir poco, alcuni colleghi del professore. Fatto sta che \u00e8 come se all\u2019internauta avvelenato scattasse il braccio del dottor Stranamore: d\u00e0gli a Pregliasco, con tutte le gradazioni: si va dal \u201cmuori\u201d o \u201cti ammazzo\u201d, roba da rivolgersi alla Digos, a, dice il virologo, \u201cinsulti a loro modo ingegnosi\u201d. Tanto che, nella cerchia degli amici del professore, ormai \u00e8 consuetudine l\u2019atto di stilare periodica classifica delle offese pi\u00f9 astruse e in tal senso persino divertenti. Finora restano in testa \u201csei un glande\u201d e \u201cvai a schiacciare i ricci col deretano\u201d. C\u2019\u00e8 di peggio, dice Pregliasco: uno pensava che certi cialtroni non avessero pi\u00f9 presa. E invece. <\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/09\/172052973-2971026b-68e6-4260-9540-1a7e3aefb36f.jpg","length":"18916","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/02\/09\/172052973-2971026b-68e6-4260-9540-1a7e3aefb36f.jpg"},"pubDate":"Sat, 10 Feb 2024 05:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6204407"},{"title":"Un\u2019idea per governare la demografia che cambia: creare un Btp salute","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/economia\/2024\/02\/03\/news\/un-idea-per-governare-la-demografia-che-cambia-creare-un-btp-salute-6161011\/","description":"

Nel corso dell'anno passato, l\u2019Istat ha segnalato spesso che la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie italiane ha raggiunto nel 2021 <\/strong>(ultimo anno disponibile) la considerevole cifra di 36,5 miliardi di euro,<\/strong> con un aumento medio annuo dell\u20191,7% nel decennio 2012-2021. L\u2019Istituto ha ulteriormente precisato che le famiglie si sono fatte carico del 35% della spesa complessiva per assistenza ambulatoriale, cos\u00ec come del 38% di quella per assistenza (sanitaria) ospedaliera a lungo termine. Esse hanno inoltre coperto il 76,7% del costo globale per l\u2019acquisto di apparecchi terapeutici e altri presidi medici durevoli e il 36,4% della spesa per altri presidi medici non durevoli e per prodotti farmaceutici. In merito a questi ultimi, l\u2019aggiornamento al 2022 \u2013 riportato nel Rapporto \u201cDonare per curare\u201d presentato a Roma dal Banco Farmaceutico lo scorso 5 dicembre \u2013 stima un esborso diretto delle famiglie italiane pari a 9,9 miliardi di euro, a fronte dei 12,5 miliardi a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).<\/p> \n

Tutto ci\u00f2 avviene al nostro tempo e si riferisce a un contesto demografico in cui la componente anziana, naturalmente pi\u00f9 propensa ad esprimere domanda sanitaria (per et\u00e0 e condizioni di fragilit\u00e0), \u00e8 ancora relativamente contenuta.<\/strong> Ma cosa accadr\u00e0 allorch\u00e9, anche solo tra vent\u2019anni, gli attuali 14 milioni di ultrasessantacinquenni (il 14,1% dei residenti) saranno 19 milioni (33,6%); e al loro interno i 842 mila ultranovantenni di oggi saliranno a 1,3 milioni, con anche un raddoppio degli stessi ultracentenari (ora 22 mila)? Riuscir\u00e0 il SSN a garantire cure efficaci e condizioni di vita dignitose a una popolazione destinata a fare i conti con gli effetti di un intenso e inarrestabile processo di invecchiamento?<\/a><\/strong> Nel Rapporto 2023 del Banco Farmaceutico si legge: \u201cLe risorse economiche non preservano, di per s\u00e9, dall\u2019insorgere di patologie invalidanti all\u2019aumentare dell\u2019et\u00e0, ma consentono, per lo meno, di fronteggiarne meglio le conseguenze.\u201d La condivisione di questa frase, affiancata alla lettura degli scenari demografici che vanno prefigurandosi, induce a chiederci se non sia il caso che ognuno di noi \u2013 tanto i giovani quanto i \u201cdiversamente\u201d tali \u2013 prenda in considerazione l\u2019idea di comportarsi gi\u00e0 ora da saggia \u201cformichina\u201d,<\/strong> nella prospettiva di prevenire, o almeno di minimizzare, il rischio di non ottenere adeguate risposte \u2013 se e quando si porr\u00e0 l\u2019esigenza \u2013 alle necessit\u00e0 di ordine sanitario, per s\u00e9 e per i propri cari.<\/p> \n

Gi\u00e0 oggi, come si \u00e8 visto, le famiglie italiane affrontano numerose situazioni di bisogno sanitario attingendo dal reddito o dal risparmio, talvolta per una libera scelta, talaltra per costrizione legata alla tempistica e\/o alla qualit\u00e0 di prestazioni e prodott<\/strong>i. Che pu\u00f2 dunque fare l\u2019ipotetica saggia \u201cformichina\u201d che aspira a vivere le incognite della salute nella stagione della fragilit\u00e0? In particolare cosa le si pu\u00f2 mettere a disposizione se non ha attivato, o talvolta potuto attivare (per et\u00e0 o presenza di patologie), forme specifiche di copertura assicurativa? Una soluzione ci sarebbe. Si tratta di quello che a me piace chiamare il \u201cBTP salute\u201d, <\/strong>ossia: un titolo di stato<\/strong> che possa configurarsi come un investimento immediatamente liquidabile, come fosse moneta contante (quindi senza alcun rischio di perdite o ritardi), ma spendibile unicamente nel circuito del sistema della salute\/cura<\/strong>.<\/p> \n

Di fatto per il sottoscrittore sarebbe come trovarsi in possesso di una di carta di credito a destinazione vincolata, che risulta caricata (e ricaricabile) per un dato valore nominale. Il risparmiatore\/investitore avrebbe cos\u00ec messo da parte un gruzzolo \u201cdi sicurezza\u201d: risorse che sono liquide senza bisogno di alcun preavviso (come per altro fanno i malanni) - con le quali intervenire nella sostituzione\/integrazione delle prestazioni del SSN, sia per s\u00e9 che per soggetti di cui ritiene farsi carico. Il potere d\u2019acquisto dell\u2019investimento verrebbe protetto tramite una rivalutazione annuale in base alla variazione del costo della vita nel settore dei \u201cservizi sanitari e spese per la salute\u201d, attualmente la variazione Istat \u00e8 +1,6% (agosto 2023 su agosto 2022) e+1,5% l\u2019acquisito annuo.  In sostanza, il BTP salute offrirebbe vantaggi per l\u2019emittente, per via dei tassi contenuti \u2013 giustificati dalla funzionalit\u00e0 \u2013 e del rimborso mediamente a lunga scadenza<\/strong>. Ma anche per i sottoscrittori, cui si offrirebbe un piano di risparmio con il quale accantonare liquidit\u00e0 per un obiettivo, la salute, di assoluta priorit\u00e0. Va anche detto che nell\u2019immediato il ricavato del prestito potrebbe trovare finalizzazione in investimenti volti al miglioramento del SSN e quindi avere anche significative ricadute sulla costante ricerca di nuove risorse per la sanit\u00e0 in epoca di bilanci difficili da quadrare. Al giorno d\u2019oggi, ma forse ancor pi\u00f9 negli anni a venire.<\/strong>
 <\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/30\/161651848-bf007cac-6226-424e-9f94-c2079d141310.jpg","length":"18861","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/30\/161651848-bf007cac-6226-424e-9f94-c2079d141310.jpg"},"pubDate":"Sat, 03 Feb 2024 07:58:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6161011"},{"title":"Il Comitato di bioetica riesaminer\u00e0 l\u2019uso dei bloccanti della pubert\u00e0","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/bioetica-e-diritti\/2024\/01\/26\/news\/il-comitato-di-bioetica-riesaminera-l-uso-dei-bloccanti-della-puberta--6141901\/","description":"

Il Comitato nazionale di bioetica<\/a> torner\u00e0 ad analizzare la questione dell\u2019uso dei bloccanti della pubert\u00e0 per i minori con disforia di genere. Lo ha proposto alla riunione di ieri Angelo Vescovi<\/a>, presidente dal 2022: \u201cCi \u00e8 stato richiesto un nuovo parere\u201d, spiega, \u201cdopo quello formulato nel 2018 (che autorizzava l\u2019uso off label di questi farmaci, ndr<\/em>)\u201d<\/strong>. Da allora \u00e8 cambiato qualcosa? \u201cOggi disponiamo di pi\u00f9 informazioni: dati longitudinali e follow up, paesi che frenano dopo avere applicato per anni questo protocollo. E anche molti casi di detransizione. L\u2019accesso al trattamento senza i filtri normalmente imposti da medicina e psicologia \u00e8 stato facilitato da una pressione sociale molto forte\u201d. Nel Regno Unito si parla di un pi\u00f9 4.000 per cento di trattamenti. Perfino Wpaht, la pi\u00f9 grande associazione per la salute trans, ha ammesso un contagio social. \u201cInfluenze sociali che su una mente non ancora formata com\u2019\u00e8 quella di un adolescente possono avere effetti dirompenti\u201d<\/strong>.
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Il parere favorevole del 2018 pass\u00f2 alla quasi unanimit\u00e0, contraria solo Assuntina Morresi. Pes\u00f2 molto la questione del rischio suicidio<\/strong>. Oggi sappiamo che quel rischio non diminuisce, anzi secondo alcuni studi potrebbe perfino aumentare dopo l\u2019inizio della terapia affermativa. \u201c\u00c8 un aspetto che andr\u00e0 certamente rivalutato. Dovremo tenere conto della forte pressione emotiva e sociale che \u00e8 stata esercitata. Questa \u00e8 la mia personale opinione\u201d. Secondo un recentissimo studio pubblicato dal Journal of Sex and Marital Therapy pi\u00f9 di due terzi dei minori in trattamento non vedono miglioramenti dal punto di vista psicologico o addirittura stanno peggio<\/strong>. Dice Vescovi che \u201ci dati cominciano a emergere e l\u2019analisi iniziale forse \u00e8 stata un po\u2019 approssimativa. Cinque anni, quanti ne sono passati dal primo parere del Comitato, dal punto di vista scientifico sono pochi. Ma stiamo parlando di un fenomeno che ha avuto un\u2019accelerazione straordinaria\u201d.
 <\/p> \n

Dicevamo dei molti paesi pionieri della terapia affermativa \u2013 Grande Nord, Regno Unito, ma anche vari stati americani, Australia e Nuova Zelanda e perfino l\u2019Olanda che ha inventato il protocollo \u2013 che da tempo stanno frenando bruscamente<\/strong>. \u201cQuando analizzi una questione cos\u00ec complessa corri il rischio di commettere errori se sei sotto pressione. Parlo della pressione di un\u2019ideologia liberista totale: se una cosa si pu\u00f2 fare allora devo poterla fare, altrimenti mi ammalo, cado in depressione etc. Non succede solo per la triptorelina. Si tratta di una dinamica devastante. Il valore della persona viene annientato. E va detto con chiarezza: sono in gioco anche fortissimi interessi economici\u201d.
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Un altro cambiamento importante riguarda la quantit\u00e0 di minori trattati. Nel parere 2018 si parlava di rarit\u00e0, oggi i numeri sono ben diversi. \u201cL\u2019espressione contagio sociale rende bene l\u2019idea. Quando la psiche \u00e8 in formazione certi condizionamenti possono essere fortissimi. C\u2019\u00e8 perfino il rischio che la diversit\u00e0 diventi una moda per poter essere \u2018visti\u2019 in una societ\u00e0 in cui apparire \u00e8 diventato vitale\u201d<\/strong>. Parliamo dell\u2019ispezione al Careggi: una delle responsabili del centro per la disforia ha dichiarato che il percorso non prevede psicoterapia visto che \u201cper le persone cisgender non viene richiesta per definire la propria identit\u00e0 di genere\u201d. Somiglia molto a quanto ha dichiarato Florence Ashley, bioeticista trans membro del panel Oms sulla salute delle persone transgender: \u201cI bloccanti della pubert\u00e0 dovrebbero essere trattati come l\u2019opzione predefinita\u201d per tutti invece di \u201clasciare che la pubert\u00e0 faccia il suo corso\u201d<\/strong>.<\/p> \n

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\u201cIntanto \u2013 dice Vescovi \u2013 una precisazione: all\u2019ispezione non hanno preso parte membri del Comitato nazionale di bioetica. Non abbiamo questa funzione. Quanto al blocco della pubert\u00e0 per tutti, ogni opinione \u00e8 rispettabile, questa no. Trascende qualunque tipo di logica. Su quali basi tecniche, biologiche, mediche, cliniche, psicologiche si fonderebbe?\u201d. Per depatologizzare la condizione trans si patologizza la salute: la logica forse \u00e8 questa. \u201cSi tratta di un\u2019affermazione molto grave. Direi vergognosa. La proposta \u00e8 trattare persone sane con un farmaco che ha pesantissimi effetti collaterali, pratica che ovunque sarebbe un reato. Ripeto: parlo come Angelo Vescovi, non come presidente del Comitato nazionale di bioetica. Rispetto le opinioni di tutti, ma questa distorsione \u00e8 inaccettabile\u201d.<\/strong>
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Lei \u00e8 biologo e neuro-farmacologo. Le chiedo: la pubert\u00e0, che \u00e8 una transizione in s\u00e9, pu\u00f2 essere bloccata \u201cper avere il tempo di decidere\u201d? Che cosa succede in un corpo umano quando inibisco farmacologicamente lo sviluppo sessuale? \u201cLa pubert\u00e0 \u00e8 un fenomeno multisisistemico regolato da un complessissimo network di sostanze che fanno evolvere tutti gli organi verso l\u2019et\u00e0 adulta, accendendo miriadi di connessioni nelle cellule. Trovo sconvolgente che uno scienziato possa pensare che una molecola sia in grado di bloccare un processo cos\u00ec ramificato, eventualmente per riattivarlo in seguito. On-off \u00e8 una logica che in biologia non esiste. I processi non si fermano, semmai vengono deviati con effetti a cascata\u201d<\/strong>.
 <\/p> \n

Per\u00f2 alcune societ\u00e0 scientifiche, per esempio la societ\u00e0 di pediatria e quella di endocrinologia, insistono sulla reversibilit\u00e0 degli effetti. \u201cPuoi revertire l\u2019atto, non gli effetti. Mi spiego: se un ragazzo si cala dal terzo piano con una corda e io la taglio quel ragazzo si sfraceller\u00e0 o morir\u00e0. Poi potr\u00f2 riannodare la corda \u2013 reversione dell\u2019atto \u2013 ma il ragazzo rester\u00e0 morto o sfracellato<\/strong>. Se somministro un vasocostrittore che impedisce l\u2019irrorazione di un organo, quell\u2019organo andr\u00e0 in necrosi. Posso cessare la somministrazione, ma l\u2019organo non riprender\u00e0 a funzionare\u201d.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/25\/175346672-f6e4b078-0a39-4570-8a79-0363173f2884.jpg","length":"52945","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/25\/175346672-f6e4b078-0a39-4570-8a79-0363173f2884.jpg"},"pubDate":"Fri, 26 Jan 2024 04:56:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6141901"},{"title":"I problemi della sanit\u00e0 non sono solo una questione di soldi","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/politica\/2024\/01\/26\/news\/i-problemi-della-sanita-non-sono-solo-una-questione-di-soldi-6141917\/","description":"

Dell\u2019intervento di Elly Schlein<\/a> al question time, per le cronache \u201cil duello\u201d con Giorgia Meloni<\/a>, \u00e8 passato un solo messaggio: per la Sanit\u00e0<\/a> si spende poco, le criticit\u00e0, oltre le liste d\u2019attesa, sono nel personale mancante, dunque il governo deve spendere e abolire il tetto di spesa sul personale<\/strong>. Giusta la lista dei problemi, meno la loro lettura. Si potrebbe ricordare che il \u201ctetto alle assunzioni\u201d per cui Schlein accusa il governo Berlusconi del 2009 era gi\u00e0 stato introdotto da Prodi nel 2007, e confermato poi da Monti e Renzi: un problema strutturale e non politico. In secondo luogo, l\u2019accusa di  pesanti tagli non \u00e8 esatta<\/strong>. Da mesi si ripete che regnante il ministro Speranza la spesa sanitaria era aumentata, riferendola in rapporto al pil. Ma quell\u2019incremento formale era dovuto a due fattori: le spese straordinarie per il Covid e il crollo del pil a causa dei lockdown, che facevano brillare di riflesso il dato percentuale. In realt\u00e0 la spesa prevista da Meloni \u00e8 in linea con i passati governi. Ma non va trascurato un punto chiave, come ha scritto qualche tempo fa il professor Vittorio Mapelli, specialista di Economia sanitaria, su Lavoce.info: \u201cLa spesa sanitaria in Italia \u00e8 inferiore a quella di altri paesi perch\u00e9 pi\u00f9 basso \u00e8 il nostro pil\u201d.<\/p> \n

Senza crescita economica, le risorse per il sistema sanitario esistono solo come tasse o nuovo debito. Ma al di l\u00e0 della schermaglia politica c\u2019\u00e8 altro da considerare: i livelli di spesa attuali possono forse tenere in vita il sistema sanitario, ma non certo rilanciarlo. E nemmeno bastano i fondi del Pnrr<\/a>, in gran parte assorbiti per le strutture<\/strong>. Bisogna provare a cambiare prospettiva, invece di parlare solo di soldi (che non ci sono). Ieri sul Corriere un intervento di Gloria Saccani Jotti, medico e docente universitaria, deputata di Forza Italia, suggeriva qualche idea. Ad esempio sul ruolo che pu\u00f2 e deve avere la ricerca, nella direzione del modello \u201cone health\u201d e della medicina di prevenzione, che contribuirebbe anche a diminuire la spesa di cura. C\u2019\u00e8 poi da incrementare, ad esempio sulla cronicit\u00e0, l\u2019utilizzo della telemedicina, mentre la digitalizzazione pu\u00f2 aiutare a potenziare l\u2019assistenza domiciliare e le diagnosi a distanza (i pronto soccorso intasati). E c\u2019\u00e8 il grande tab\u00f9: ripensare (reinventare) i contratti, magari inserendo nel pubblico alcuni meccanismi di flessibilit\u00e0 che funzionano nel privato. Medici e infermieri vanno pagati di pi\u00f9, certo. Ma \u00e8 importante comprendere che non se ne trovano \u2013 le scuole di infermieristica restano vuote a met\u00e0 \u2013 \u00e8 anche perch\u00e9 quel lavoro attrae meno. Anche in Svizzera, dove si guadagna il doppio, hanno difficolt\u00e0 di personale. Non \u00e8 solo un problema di soldi, bisogna pensare ai modelli<\/strong>.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/25\/182550704-9031bfcb-ac8f-4fc9-8103-d224319f3d15.jpg","length":"21772","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2024\/01\/25\/182550704-9031bfcb-ac8f-4fc9-8103-d224319f3d15.jpg"},"pubDate":"Fri, 26 Jan 2024 04:18:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6141917"},{"title":"Dagli insetti alla carne sintetica: le novit\u00e0 del 2023 a tavola","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2023\/12\/30\/news\/dagli-insetti-alla-carne-sintetica-le-novita-del-2023-a-tavola-6054708\/","description":"

Il 2023 che sta per scadere non \u00e8 stato un anno banale per il mondo della nutrizione.<\/strong> Abbiamo sentito parlare di tante teorie innovative, nuovi prodotti e frontiere inesplorate <\/strong>che ancora meritano di essere approfondite, ma gi\u00e0 hanno posato una prima pietra sui cui si costruir\u00e0 il futuro dell\u2019alimentazione. <\/p> \n

Partiamo dalle cavallette. I cibi a base di insetti<\/a><\/strong> <\/a>hanno iniziato a diffondersi sempre di pi\u00f9 e il mercato crescente \u00e8 il pi\u00f9 chiaro testimone di questa tendenza. Gli insetti sono una risorsa gigantesca che abbiamo iniziato a conoscere, sicuramente bisogna ancora sviluppare una legislazione pi\u00f9 precisa e maggiori garanzie sulla sicurezza alimentare, ma \u00e8 solo questione di tempo. Nessuno ci obbligher\u00e0 mai a mangiare insetti, saremo noi che spontaneamente lo faremo. <\/strong><\/p> \n

Nel 2023, soprattutto negli ultimi mesi, si \u00e8 parlato molto anche di carni sintetiche<\/a>\u2026 facendo un gran casino<\/strong>. Un conto sono le carni ricavate da \u201cmiscugli\u201d vegetali, un conto sono le carni prodotte in laboratorio partendo da materiale biologico animale. Nel primo caso non ci sono questioni: parliamo di prodotti vegetali che imitano la carne e non ci sono problemi di alcun genere a consumarle. Nel secondo caso la questione si infittisce, ma la sensazione generale \u00e8 che ci siano troppe poche informazioni per lanciarsi a braccia aperte verso questi prodotti. <\/p> \n

Sempre sul tema \u201canimale\u201d il 2023 ha visto un crescente aumento di vegetariani e vegani. Ora, non voglio addentrarmi nella questione tecnica nutrizionale n\u00e9 in quella animalistica, quello che per\u00f2 tutti possiamo cogliere \u00e8 che le persone hanno capito quanto le scelte alimentari possano influenzare la propria salute e in molti stanno cercando una risposta alla domanda: come dovrei mangiare per stare meglio? <\/strong><\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/29\/121046188-3a63f3e5-1f41-47e0-a025-fa8da5a4a7d4.jpg","length":"22391","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/29\/121046188-3a63f3e5-1f41-47e0-a025-fa8da5a4a7d4.jpg"},"pubDate":"Sat, 30 Dec 2023 09:43:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6054708"},{"title":"Pranzo di Natale, ecco come gestirlo","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/sport\/2023\/12\/24\/news\/pranzo-di-natale-ecco-come-gestirlo-6040476\/","description":"

Non \u00e8 detto che uno debba gestire le mangiate natalizie<\/strong>. Se magari siamo in salute, facciamo sport regolarmente e seguiamo delle buone abitudini alimentari allora a Natale possiamo semplicemente infilare le gambe sotto il tavolo, sbottonare i pantaloni, aprire le fauci e mangiare quello che ci pare. Ma magari c\u2019\u00e8 chi \u00e8 a dieta, o chi deve seguire delle restrizioni alimentari per motivi di salute o ancora chi semplicemente non vuole\/pu\u00f2 lasciarsi andare per non inficiare i suoi risultati sportivi. <\/strong>Esiste una soluzione per queste persone? <\/p> \n


Esiste un modo per godersi il Natale e i suoi piatti senza esagerare? S\u00ec, esistono tante accortezze che si possono seguire una ad una o solo in parte, a voi la scelta. <\/strong>Un primo consiglio \u00e8 quello di limitare o eliminare le bevande zuccherine<\/strong> (cole, aranciate, gassosa, succhi etc.) e le bevande alcoliche<\/strong>. Assumere calorie bevande \u00e8 un modo poco intelligente per giocarsi uno sgarro alimentare. Secondo me \u00e8 pi\u00f9 gratificante una lasagna di un bicchiere di una qualche bibita. Un altro stratagemma \u00e8 quello di mangiare verdura cruda come carote, finocchi e sedano,<\/strong> tra una portata e l\u2019altra. In questo modo si cerca di aumentare il senso di saziet\u00e0, cos\u00ec facendo si limiteranno le \u201cmegaporzioni\u201d e i bis di ogni singola portata. Un terzo importante suggerimento che mi sento di dare \u00e8 quello di aumentare molto il movimento.<\/strong> Alzatevi la mattina di Natale e fatevi una corsetta o una camminata. Date una mano a preparare le tavolate e gli addobbi. Nel pomeriggio cercate di fare due passi e di tenervi almeno per un\u2019oretta in movimento. Questi sono solo alcuni dei molti consigli che potrei lasciarvi, ma sono gi\u00e0 sicuramente un ottimo punto di partenza se non volete ingrassare (troppo) durante le feste.<\/strong><\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/22\/102655927-2a566ca8-42e2-4dd3-80af-8ebf63186704.jpg","length":"18217","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/22\/102655927-2a566ca8-42e2-4dd3-80af-8ebf63186704.jpg"},"pubDate":"Sun, 24 Dec 2023 10:13:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6040476"},{"title":"Con il Natale torna il Covid: cosa fare per proteggersi durante le feste","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2023\/12\/18\/news\/con-il-natale-torna-il-covid-cosa-fare-per-proteggersi-durante-le-feste-6025058\/","description":"

Arrivano le feste, il Natale<\/a> \u00e8 ormai alle porte e con lui ritorna anche il pericolo Covid<\/a><\/strong>. Il ministero della Salute<\/a> ha pubblicato di recente un vademecum sui consigli da seguire per evitare il contagio<\/strong> e come comportarsi in caso di positivit\u00e0. Il mese di dicembre \u00e8 quello nel quale ci si aspetta un aumento dei casi da virus Sars-Cov-2, anche da parte del governo. Meloni nelle scorse settimane ha rinnovato l'allerta: \"Sono sempre preoccupata per tutto quello che pu\u00f2 accadere, monitoriamo tutto, Covid compreso\". La situazione negli ospedali \u00e8 decisamente sotto controllo<\/strong>, per cui i consigli restano soprattutto atti a tutelare parenti e amici durante le feste.<\/p> \n

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I sintomi del Covid<\/h2> \n

La variante in circolazione oggi deriva dal ceppo Omicron, I sintomi<\/a> restano per la maggior parte gli stessi: raffreddore, mal di gola, qualche linea di febbre, naso che cola<\/strong>. Pi\u00f9 rari sono invece febbre alta, senso di spossatezza o tosse.<\/p> \n

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Tamponi e positivit\u00e0<\/h2> \n

Come successo nei tre anni passati, anche oggi se si pensa di essere positivi \u00e8 opportuno farsi un test di accertamento, soprattutto nell'ottica di vedere amici o parenti. Si pu\u00f2 fare attraverso un qualsiasi tampone acquistabile in farmacia (anche se il pi\u00f9 accurato rimane quello molecolare)<\/strong>. Da poco in commercio si trovano anche delle versioni di tamponi rapidi con un duplice test: uno ha al suo interno i reagenti che verificano la presenza di anticorpi dal virus Sars-Cov-2, l'altro invece quelli che tracciano gli anticorpi del virus influenzale in circolazione quest'inverno. Il nuovo tampone permette infatti di chiarire se la sintomatologia di cui si soffre \u00e8 data da Covid o meno, e quindi agire di conseguenza<\/strong>. <\/p> \n

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Le tempistiche per effettuare il test rimangono sempre le stesse del periodo pandemico: alla comparsa dei sintomi \u00e8 consigliabile effettuare il primo tampone, da rifare per appurare eventuale negativit\u00e0 una volta guariti dalla sintomatologia<\/strong>. La pi\u00f9 grande differenza con gli scorsi anni \u00e8 che al momento non \u00e8 previsto alcun isolamento<\/strong> per chi risulta positivo<\/strong> (in quanto non ci troviamo in una situazione di emergenza), per cui ognuno \u00e8 libero di circolare come vuole. Il ministero della Salute consiglia di indossare la mascherina Ffp2 e di restare a casa fino alla scomparsa dei sintomi. Inoltre, si consiglia di contattare il proprio medico se si \u00e8 immunodepressi o se i sintomi si protraggono per pi\u00f9 di tre giorni.<\/p> \n

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Luogo di lavoro, socialit\u00e0 e vaccini<\/h2> \n

Per i luoghi di lavoro non c'\u00e8 pi\u00f9 l'obbligo legato alla quarantena o di indossare la mascherina<\/strong> sia nel caso in cui si \u00e8 positivi, sia nel caso in cui si \u00e8 venuti in contatto con una persona positiva. Anche in questo caso \u00e8 consigliabile restare a casa, attraverso la malattia, per tutto il tempo necessario alla scomparsa dei sintomi. <\/p> \n

Per quanto riguarda i contatti sociali, soprattutto in vista delle feste, i medici sono ottimisti e non vedono negli abbracci o nei baci particolari rischi. Gli anni scorsi, in piena emergenza, la comunit\u00e0 scientifica si era interrogata sul cambiamento di abitudini nei periodi festivi e di come lo scambio stretto di contatti tra familiari e amici avrebbe potuto fungere da veicolo per il contagio generalizzato. Ora, con dati stabili per quanto riguarda la tenuta degli ospedali non c'\u00e8 la necessit\u00e0 di cambiare abitudini<\/strong>. <\/p> \n

Resta solo da prestare maggiore attenzione alle persone fragili: anziani, donne in gravidanza, immunodepressi, malati<\/strong>. Per questa categoria di persone e per quelle che hanno pi\u00f9 di 60 anni \u00e8 consigliato il richiamo del vaccino<\/a><\/strong>. La dose pu\u00f2 essere fatta, se sono passati almeno quattro mesi dall'ultimo richiamo, in qualsiasi centro vaccinale del paese prenotabile in farmacia o su internet.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/18\/162708880-9ff22159-9cfa-4322-9942-3b51e39091de.jpg","length":"13899","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/18\/162708880-9ff22159-9cfa-4322-9942-3b51e39091de.jpg"},"pubDate":"Mon, 18 Dec 2023 15:41:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:6025058"},{"title":"Bonus vaccino: basta rompere le palle allo stato","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2023\/12\/09\/news\/bonus-vaccino-basta-rompere-le-palle-allo-stato-5989853\/","description":"

Ci vorrebbe forse un Superbonus al 110 per cento per la nuova campagna vaccinale<\/a><\/strong>. Uno va, si vaccina e lo stato gli paga una tantum il costo del vaccino aumentato di dieci punti percentuali. Poi Giorgetti e l\u2019Eurostat e Gentiloni in qualche modo faranno. La moneta deve girare, come sta imparando a sue spese perfino la Germania con i suoi bilanci fino a ieri immuni da debito ovvero colpa<\/strong>. Poi direi, in combutta con Meloni, Fazzolari e gli altri ardenti propugnatori di deroghe e proroghe del famoso Superbone, direi: aridatece Conte, Speranza e magari anche Fraccaro.<\/p> \n

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\u00c8 come da Boris Johnson, che ha vaccinato gli inglesi prima e meglio di tutti gli altri, in gara con gli italiani, fantastici sia con Arcuri, detto damnatio memoriae, sia con Figliuolo, futuro capo di stato maggiore delle Forze armate<\/strong>. Ora lo vogliono processare, aridatece Boris, per un cicchetto a Downing Street, roba da matti. Nonostante la figuraccia rimediata dal parlamentare virologo Crisanti, va avanti una commissione sul Covid<\/a>. Tutto sbagliato, tutto da rifare. Folclore puro, Bartali. E si levano alti lai per la campagna di vaccinazione o quinta dose che va male. Ma dove? Ma come? <\/p> \n

Mia moglie \u00e8 andata in giro a raccogliere applausi per il suo bel film su Rol e oltre ai clap clap si \u00e8 beccata il Covid. Se l\u2019\u00e8 cavata in cinque giorni, assistita da me senza mascherina<\/strong> (sono un fumatore accanito, quindi immune secondo The Lancet). Per\u00f2 mi sono detto: facciamo sta quinta dose, che volevo evitarmela per noia<\/strong>. Detto fatto. Il vecchio sito, la prenotazione efficientissima, i vaccini ci sono e tanti, i centri pure, la data era di mia scelta, e ravvicinata se lo desiderassi, non era pi\u00f9 a disposizione la comoda farmacia del San Gallicano, un tempio, ho optato per Primavalle, ridente periferia della mia citt\u00e0 di origine. Un\u2019ora di fila tra gente paziente e simpatica, panchine a disposizione, nel cortile di un vecchio asilo fascista benemerito, sole, aria fresca e insieme tiepida da dicembrata romana, personale magnifico, numeretto E32, vaccinazione e via. Ma chi ha detto che le cose non vanno? Ma perch\u00e9 siamo diventati cos\u00ec masochisti?<\/strong> <\/p> \n

Il bonus edilizio tutto nelle tasche di truffatori e ricchi. Non \u00e8 vero, chiaro. Molti bei rifacimenti e dovuti da anni, molte messe in sicurezza, molte facciate ridipinte per la gioia di chi guarda, molti posti di lavoro, molti impresari che si faranno la casa a Cortina o ad Anzio (che male c\u2019\u00e8?), un impulso alla famosa crescita e ricrescita<\/strong>, e qualche truffa come sempre quando si tratti di denaro pubblico, e se \u00e8 per questo anche privato (il quartierino, il culo degli altri eccetera). Il conto Eurostat, miserabile contabilit\u00e0, sar\u00e0 pagato, ben altri conti abbiamo ripianato. Lo stesso grandissimo Draghi, e auguri per la commissione, ha eccepito, come uno statista non pu\u00f2 non fare, ma ha prorogato, come uno statista non poteva non fare. <\/p> \n

Ora la lagna dei vaccini. Si deve comunicare<\/strong>. Si devono fare gli open days, happy days, gli ultimi giorni dell\u2019umanit\u00e0, giorni travestiti da giorni, si devono nominare altri commissari, militarizzare e convogliare. No, si sa che \u00e8 in giro la quinta dose, ottima e abbondante, si sa che cosa \u00e8 il Covid, ne abbiamo parlato e straparlato per tre quattr\u2019anni, si sa chi \u00e8 a rischio e chi no<\/strong>, la TV ci ha informato, internet \u00e8 l\u00ec per quello, gli acciacchi ognuno se li conosce addosso, l\u2019et\u00e0 pure. E allora? Ma vaccinarsi senza rompere le palle alla societ\u00e0 civile e allo stato \u00e8 proprio impossibile?<\/strong><\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/08\/174045331-6c23da85-1db2-4879-9a13-1d70c771cddd.jpg","length":"6790","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/08\/174045331-6c23da85-1db2-4879-9a13-1d70c771cddd.jpg"},"pubDate":"Sat, 09 Dec 2023 08:00:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:5989853"},{"title":"L'accesso precoce ai farmaci salvavita: un confronto con l'Europa, problemi, soluzioni","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2023\/12\/08\/news\/l-accesso-precoce-ai-farmaci-salvavita-un-confronto-con-l-europa-problemi-soluzioni-5986239\/","description":"

In Italia c'\u00e8 un problema legato ad alcuni farmaci<\/a>. Da qualche mese a questa parte, tra i dibattiti della politica e della scienza, \u00e8 tornato centrale il tema legato all'accesso precoce ai farmaci innovativi per curare i pazienti affetti da malattie per le quali, attualmente, non esistono trattamenti efficaci da permetterne la guarigione<\/strong>. In altre parole, si tratta di farmaci che hanno gi\u00e0 avuto numerosi via libera da parte di alcune istituzioni (come l'Agenzia europea del farmaco, Ema), il cui effetto \u00e8 gi\u00e0 ampiamente dimostrato essere benefico o risolutivo per certi tipi di patologie o per certi pazienti, ma che non possono essere messi in commercio nel nostro paese per motivi legati all'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC) da parte dell'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco). Un impasse che ogni anno mette a rischio la vita di persone affette da malattie gravi come neoplasie o patologie neuromuscolari <\/strong>e che potrebbe essere risolto con una rivalutazione delle regole di approvazione dei farmaci innovativi.<\/p> \n

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Per legge, ogni farmaco in commercio in Italia deve essere approvato dall'Ema prima di poter entrare nelle valutazioni dell'Aifa<\/strong>. Si stima che tra l'approvazione di un farmaco da parte dell'Ema a quella dell'Aifa passino in media tra i 12 e i 14 mesi. Un tempo lunghissimo per chi ha malattie tumorali o terminali: l'attesa, per pazienti affetti da quel tipo di patologie, pu\u00f2 essere fatale. Le cause del rallentamento sono da ricercarsi nell'iter di approvazione del farmaco.<\/p> \n

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Come spiega una ricerca di Crea Sanit\u00e0<\/a>, pubblicata a febbraio 2023<\/strong>, per la commercializzazione dei farmaci innovativi bisogna che si arrivi ad accordi specifici tra produttori e clienti al momento dell\u2019autorizzazione al commercio e della distribuzione. Il processo di negoziazione del prezzo e del rimborso, dopo l\u2019approvazione della terapia da parte dell'Ema, prevede un confronto tra aziende produttrici e istituzioni nazionali che, per quanto efficiente, richiede tempi tecnici che necessariamente rallentano l\u2019accesso al mercato dei nuovi farmaci<\/strong>. Per questo motivo, alcuni paesi in Europa hanno promosso schemi di accesso anticipato (Early Access<\/em>) volti principalmente a ridurre i tempi di accesso al mercato. <\/p> \n

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La situazione in Europa<\/h2> \n

Uno dei modelli pi\u00f9 interessanti \u00e8 quello adottato dalla Francia<\/a><\/strong>. Dal 2020 \u00e8 attivo un programma, detto ATU (\"Autorisation temporaire d'utilisation\"), dedicato a farmaci che abbiano queste caratteristiche <\/strong>(cio\u00e8 atti a curare o migliorare pazienti affetti da patologie severe a rischio di vita) che consiste nel mettere a disposizione immediatamente il farmaco <\/strong>(anche prima di Ema se il caso lo richiede). L'applicazione di questo protocollo \u00e8 valutata caso per caso attraverso un rapporto rischio\/beneficio<\/strong> che deve essere, ovviamente, nettamente favorevole. L'autorizzazione ha una durata di un anno ed \u00e8 rinnovabile. Tra le altre cose \u2013 come spiega Trendsanit\u00e0<\/a> \u2013 il sistema include misure di sicurezza finanziaria a copertura dei costi dei farmaci, come un limite di spesa annuale, con la possibilit\u00e0 di coprire eventuali eccedenze da parte dell'azienda. Inoltre, \u00e8 previsto anche un meccanismo di payback<\/em> nel caso in cui il prezzo finale, concordato durante le negoziazioni, risulti inferiore a quello inizialmente proposto dalle aziende al momento dell'introduzione del prodotto<\/strong>. <\/p> \n

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La Germania ha un sistema di Early Access pressoch\u00e9 sovrascrivibile<\/strong> \u2013 come spiega Crea sanit\u00e0 \u2013 a quello francese. Prevede che tutti i farmaci entrino inizialmente sul mercato a un prezzo stabilito dal produttore; a una prima valutazione dei benefici, segue la negoziazione del prezzo, condotta utilizzando elementi di valutazione sostanzialmente clinici. Una caratteristica chiave del sistema tedesco \u00e8 la presenza di una procedura di arbitrato<\/strong> qualora non si arrivi in un tempo predeterminato a un accordo sul prezzo. Oltre a quello, esiste un programma di \"uso compassionevole\"<\/strong>. Si tratta di una procedura attraverso la quale l\u2019azienda pu\u00f2 fornire direttamente il farmaco al paziente per un anno e con la possibilit\u00e0 di rinnovo fino alla sua commercializzazione<\/strong>.<\/p> \n

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Il Regno Unito<\/strong> ha invece stabilito standard molto pi\u00f9 alti per le autorizzazioni dei farmaci e un lungo processo, l\u2019Early access to medicines scheme (Eams), lanciato nel 2014. In Spagna, invece, non sono previsti programmi come l'Atu o di altri problemi europei.<\/p> \n

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La Pharma strategy<\/h2> \n

Pi\u00f9 in generale, l'Unione europea \u00e8 al lavoro per l'uniformazione dei regolamenti proprio in materia di farmaci, non solo quelli innovativi<\/strong>.  Il 26 aprile 2023 la Commissione ha adottato una proposta di direttiva e una proposta di regolamento che rivedono e sostituiscono l'attuale legislazione farmaceutica generale che si inserisce nella creazione di una strategia d'accesso, di approvazione e di commercio ai farmaci comune per tutti i paesi. Si chiama \"Pharmaceutical Strategy<\/a><\/strong>\", ed \u00e8 la strategia europea \u2013 appunto \u2013 che mira \"ad aiutare il settore a promuove la ricerca e tecnologie mirate a soddisfare le esigenze terapeutiche dei pazienti, affrontando nel contempo le carenze del mercato\", come si legge sul sito dedicato. <\/p> \n

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Il primo passo \u00e8 arrivare a una nuova legislazione farmaceutica per l'Europa attraverso nuove direttive che andranno a sostituire quelle vigenti<\/a>. L'obiettivo \u00e8 affrontare le sfide legate alle nuove patologie (come per la pandemia da Covid-19) e l'invecchiamento progressivo della popolazione europea. In particolare, \"le terapie innovative<\/strong> \u2013 si legge sul sito \u2013 non raggiungono alla stessa velocit\u00e0 tutti i pazienti in Europa e alcuni potrebbero non avere accesso ai farmaci di cui hanno bisogno a causa di carenze nell'approvvigionamento<\/strong>. La pandemia senza precedenti di Coronavirus ha ulteriormente dimostrato quanto sia importante disporre di un sistema resistente alle crisi e garantire la disponibilit\u00e0 di medicinali in tutte le circostanze\". La speranza, quindi, \u00e8 di arrivare a un futuro dove le procedure e i protocolli saranno uniformati per tutti i cittadini europei<\/strong>.  <\/p> \n

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Nel complesso, la strategia si basa su quattro principi: garantire<\/strong> ai pazienti l'accesso a farmaci a buon mercato e rispondere alle esigenze mediche non soddisfatte; favorire la competitivit\u00e0<\/strong>, la capacit\u00e0 di innovazione e la sostenibilit\u00e0 del comparto farmaceutico dell'Ue e la produzione di medicinali di alta qualit\u00e0, sicuri, efficaci e pi\u00f9 ecologici; migliorare i meccanismi di preparazione e risposta alle crisi<\/strong>, predisporre catene di approvvigionamento diversificate e sicure, affrontare le carenze di farmaci; assicurare una posizione forte dell'Ue<\/strong> sulla scena mondiale, promuovendo standard elevati in termini di qualit\u00e0, efficacia e sicurezza.<\/p> \n

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La situazione in Italia<\/h2> \n

Nel nostro paese non \u00e8 previsto un programma strutturato come nel resto d'Europa ma, secondo una rassegna fatta dalla casa farmaceutica AstraZeneca<\/a>, ci sono diverse modalit\u00e0 attraverso le quali oggi un paziente pu\u00f2 richiedere l'accesso a farmaci innovativi. La prima \u00e8 la legge 648 del 1996<\/strong>. Consente di erogare un farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN), previo parere di Aifa, per i medicinali innovativi autorizzati in altri stati ma non in Italia e per i medicinali non ancora autorizzati ma in corso di sperimentazione clinica. L'accesso al farmaco \u00e8 ovviamente consentito al netto di un quadro favorevole di valutazione tra rischi e benefici <\/strong>per la salute del paziente.<\/p> \n

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L'analisi dei ricercatori di AstraZeneca<\/strong> ha dimostrato come dal 2018 al 2023 ci sia stato un aumento continuo delle nuove richieste di applicazione di questa legge: se nel 2018 ci sono state sei nuove approvazioni, nel 2023 queste sono passate a undici (con un aumento rispetto alle otto nuove indicazioni rimborsate nel 2022). Sono numeri piccoli, ma dietro ai quali ci sono le storie di pazienti che hanno urgenza di accedere il prima possibile ai medicinali in questione<\/strong>. <\/p> \n

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Il secondo caso, anche nel nostro paese come in Germania, \u00e8 \"l'uso compassionevole<\/strong>\", introdotto con il decreto ministeriale il 7 settembre 2017. In questo caso, \u00e8 l'azienda produttrice del farmaco che fornisce direttamente il medicinale al paziente a titolo gratuito e senza limite di tempo<\/strong>. Secondo i dati di AstraZeneca, l'utilizzo di questa procedura \u00e8 aumentato negli anni passando da tre richieste nel 2018 a 17 nuovi \"usi compassionevoli\" autorizzati nel 2023, con un picco nel 2021 di 22 indicazioni.<\/p> \n

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Un paziente pu\u00f2 ottenere l'accesso a un farmaco innovativo anche attraverso un terzo metodo, ci\u00f2 grazie alla richiesta del medico direttamente ad Aifa nell'ambito del Fondo 5 per cento<\/a> istituito dalla legge 326 del 2003<\/strong>. Questo fondo \u00e8 dedicato a sostenere la spesa per il costo dei medicinali in modo tale che questa non pesi sul cittadino o sui conti dello stato. Lo ricordiamo: la spesa per un farmaco \u00e8 esponenziale, si parla di migliaia di euro. Il Fondo \u00e8 costituito dal 50 per cento del contributo che le aziende farmaceutiche versano su base annuale ad Aifa<\/strong>. Tale contributo \u00e8 corrispondente al 5 per cento delle spese annuali per attivit\u00e0 di promozione che le aziende farmaceutiche destinano ai medici. Anche questo strumento, nel corso del tempo, ha avuto un aumento delle richieste di utilizzo, tanto che nel 2021, come scritto sul sito dell'Aifa<\/a>, si \u00e8 reso necessario \"sospendere temporaneamente le attivit\u00e0 correnti di valutazione delle richieste di accesso al Fondo<\/strong> e avviare un profondo ripensamento e semplificazione\/ottimizzazione del sistema, con un particolare sforzo volto a ridefinire le regole e i criteri da utilizzare\".<\/p> \n

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Problematiche e soluzioni<\/h2> \n

Grazie a questi meccanismi e leggi, secondo la ricerca di Crea Sanit\u00e0, l'Italia figura ai primi posti in Europa per quanto riguarda il numero di farmaci resi disponibili ai pazienti<\/strong>, seconda solo a Germania e Danimarca, con 127 nuovi farmaci introdotti tra il 2017 e il 2020; scende per\u00f2 al quattordicesimo posto se si considera il \"tempo di disponibilit\u00e0\" medio<\/strong>, ovvero il tempo che intercorre tra l\u2019autorizzazione all\u2019immissione in commercio e l\u2019accesso alla lista di rimborso, con una media di 429 giorni.<\/p> \n

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La ricerca di Crea sanit\u00e0, studiando i casi di Germania e Francia e dei loro sistemi di Early Access, ha stimato che applicando una strategia simile si potrebbero evitare migliaia di casi di progressione tumorale all'anno nella popolazione italiana<\/strong>, risparmiando milioni di euro per il sistema sanitario. L'adozione di un modello sulla falsa riga degli altri paesi europei \u00e8 anche tra le conclusioni a cui \u00e8 giunto il ventiduesimo Convegno di economia e politica del farmaco e delle tecnologie sanitarie, che si \u00e8 svolto a giugno di quest'anno. Il congresso ha evidenziato, con dati retrospettivi del sistema di Early Access francese, come l'inserimento di questo modello anche in Italia potrebbe essere utile sia dal lato umano della questione<\/strong>, quindi per velocizzare il processo di commercializzazione, sia dal lato economico<\/strong> (facendo risparmiare al Sistema sanitario nazionale ingenti somme di denaro). <\/p> \n

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Ora tocca alla politica. Nell'ultimo periodo il dibattito \u00e8 entrato nelle aule parlamentari<\/a> e da agosto<\/a> di quest'anno si sono susseguite una serie di interrogazioni e mozioni parlamentari, tra Camera e Senato, per discutere come agevolare l'accesso precoce ai farmaci innovativi e ridurre il tempo tra le due agenzie. Anche in questo caso, alcune delle interrogazioni parlamentari hanno preso come modello gli altri paesi dell'Ue<\/strong>. Il fatto che l'iniziativa sia stata presa da diverse forze politiche, espressione di diversi schieramenti, \u00e8 un dato positivo che potrebbe servire per riunire sotto la stessa voce tutto l'arco parlamentare<\/strong>.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/07\/172102880-41ed1470-50b7-4df5-8f61-2ea014b4d396.jpg","length":"20810","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/07\/172102880-41ed1470-50b7-4df5-8f61-2ea014b4d396.jpg"},"pubDate":"Fri, 08 Dec 2023 17:07:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:5986239"},{"title":"La campagna vaccinale \u00e8 un disastro","link":"https:\/\/www.ilfoglio.it\/salute\/2023\/12\/08\/news\/la-campagna-vaccinale-e-un-disastro-5986890\/","description":"

La campagna vaccinale contro il Covid<\/a> a oggi pu\u00f2 definirsi a tutti gli effetti un flop<\/strong>. A poco sembrano essere serviti al momento gli spot e la campagna di comunicazione realizzati dal ministero della Salute. Le prime dosi dei nuovi vaccini<\/a> aggiornati sono arrivate in Italia lo scorso 25 settembre. Stando all\u2019ultimo aggiornamento reso disponibile dal ministero della Salute, lo scorso 30 novembre, a un mese circa dall\u2019avvio, erano state somministrate complessivamente 1.042.541 dosi. Dopo un picco di circa 203 mila vaccinazioni settimanali, raggiunto nella settimana 10-16 novembre, si \u00e8 assistito a un graduale ma costante calo nel numero delle somministrazioni<\/strong>. Tutto questo nonostante la crescita dei casi di Covid registrati e l\u2019aumento delle ospedalizzazioni e dei decessi. A rischiare, come \u00e8 noto ormai da tempo, sono soprattutto i pi\u00f9 fragili, sia per malattie pregresse che per et\u00e0 avanzata. Proprio per questo deve suonare un campanello d\u2019allarme per il dato riguardante le coperture vaccinali per gli over 80<\/strong>. Tra i pi\u00f9 anziani e quindi pi\u00f9 suscettibili a ricoveri e decessi, in media a livello nazionale solo il 7,4 per cento ha ricevuto il terzo richiamo booster con un\u2019ampia divergenza a livello regionale che spazia dallo 0 per cento dell\u2019Abruzzo al 17 per cento della Toscana. In ben 15 regioni non si \u00e8 raggiunto l\u2019obiettivo minimo del 10 per cento delle coperture per le fasce d\u2019et\u00e0 pi\u00f9 anziane. E, in quasi tutto il Meridione, i tassi vaccinali sono prossimi allo zero. Eppure i dati sul Covid non lasciano tranquilli. Nel mese di novembre, infatti, il numero dei nuovi casi settimanali \u00e8 cresciuto del 94,3 per cento. Nello stesso lasso di tempo, anche i ricoveri in area medica sono aumentati del 58,1 per cento, passando da 3.632 fino a 5.741. Quelli in terapia intensiva sono saliti del 71,7 per cento, pur mantenendosi in numeri ampiamente gestibili, passando da 99 a 170 posti letto occupati. La quasi totalit\u00e0 degli 881 decessi registrati per Covid ha riguardato proprio la fascia over 80.<\/p> \n

Non a caso, alla luce dei numeri di una campagna vaccinale che stenta a decollare, lo scorso 11 novembre il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, si apprestava a firmare una circolare con la quale si invitava le regioni a \u201cimplementare l\u2019offerta attiva delle vaccinazioni ai soggetti con condizioni di rischio\u201d<\/strong>. Un richiamo che sembra per\u00f2 non aver ancora dato i suoi frutti alla luce di un trend settimanale delle somministrazioni in costante calo. A pesare, in parte, la cosiddetta stanchezza vaccinale per chi ormai \u00e8 arrivato a ricevere la quinta dose. Da non trascurare anche un\u2019informazione discutibile, anche da parte delle istituzioni, che troppo spesso per normalizzare la situazione hanno fatto passare il Covid come qualcosa di molto simile a un\u2019influenza stagionale. Un messaggio che probabilmente si \u00e8 rivelato un boomerang soprattutto per chi si era gi\u00e0 sottoposto ai precedenti richiami vaccinali e, alla luce di questa comunicazione, ha deciso di non proteggersi ulteriormente con il nuovo vaccino aggiornato<\/strong>. Infine, c\u2019\u00e8 da tenere conto anche della disorganizzazione a livello territoriale che, come dicevamo, ha prodotto risultati molto diversi nelle varie regioni. Ritardi nella consegna e nella distribuzione capillare dei vaccini all\u2019interno dei singoli territori, un insufficiente e tardivo coinvolgimento dei medici di medicina generale e delle farmacie che dovevano essere i veri protagonisti di una campagna vaccinale capillare sul territorio resasi necessaria dalla chiusura dei grandi hub, la mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, senza dimenticare problemi tecnici dei portali web che hanno reso impossibile la prenotazione dei vaccini in diverse zone del paese. Tutto questo ha contribuito a rendere fallimentare gli attuali risultati della campagna di vaccinazione esponendo i pi\u00f9 fragili a un rischio di ricovero e decesso evitabile. Non a caso ministero della Salute e regioni starebbero valutando l\u2019ipotesi di open day nazionali per rilanciare le vaccinazioni in modo pi\u00f9 robusto<\/strong>.<\/p>","enclosure":{"@attributes":{"url":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/07\/182626147-51570152-64f0-43a2-b42a-c3c9fbf87d1d.jpg","length":"50491","type":"image\/jpeg"},"type":"image","link":"https:\/\/img-prod.ilfoglio.it\/2023\/12\/07\/182626147-51570152-64f0-43a2-b42a-c3c9fbf87d1d.jpg"},"pubDate":"Fri, 08 Dec 2023 04:54:00 GMT","guid":"kolumbus:ilfoglio:5986890"}]},"paging":{"cursor":20}}